Montalcino è ormai diventata una delle mete più ambite, tanto da accogliere ogni anno oltre 1 milione di turisti, attratti dalle bellezze naturali e artistiche, dai “luoghi del silenzio”, dai piccoli borghi, dalle eccellenze agroalimentari, vino in primis. Ma se da un lato serve lavorare sul turismo di qualità (migliorando l’offerta turistico-ricettiva), dall’altro è importante tenere conto del commercio locale, delle attività economiche e sociali rivolte ai residenti, di problemi come il caro affitti, la continua crescita delle locazioni brevi e lo spopolamento del centro storico. Come coniugare allora le esigenze del turista con quelle del cittadino? “È una domanda interessante e un po’ la sfida del futuro, non solo di Montalcino perché è un tema generale – risponde il sindaco Silvio Franceschelli – il Covid ha accelerato dei percorsi e processi sul commercio. L’online ha avuto un’esplosione e ha messo in crisi il commercio di prossimità, che ha avuto una funzione importantissima durante la pandemia. I negozi di prossimità rischiano di soffrire questa nuova condizione. Bisogna rilanciare le attività di prossimità che soffrono talvolta di un cambio dei flussi turistici. Dopo la pandemia, c’è stato un flusso turistico estivo estremamente importante che rischia di portare i nostri territori ad essere stagionali. Questo è un elemento estremamente negativo. Noi abbiamo combattuto per dieci anni con le strutture ricettive affinchè stessero aperte anche nel periodo di bassa stagione. Devo dire che alcune strutture importanti lo stanno facendo e ci stanno investendo. Noi dobbiamo pensare a Montalcino come un territorio che non è stagionale”.
“Chiediamo al sistema del commercio e delle imprese di trovare una regolamentazione in sé, una gestione del servizio – continua il primo cittadino – un censimento ci ha portato a dirci che abbiamo 1.300 attività sul territorio, 27 attività di somministrazione solo nel capoluogo, 315 strutture ricettive tra grandi strutture e B&B. Questo ci porta al tema di erosione della capacità locativa ordinaria, cioè abitativa, di molte strutture nei nostri borghi in favore di affittanze turistiche. Questo fenomeno, se contenuto, ha un valore. Se diventa la regola, produce degli effetti distorsivi, come tutti i fenomeni. Su questo credo che bisogna affrontare il tema anche a livello nazionale con una legislazione. Il sistema della liberalizzazione totale ha dei pregi, ma se non si può regolamentare rischia di portare a fenomeni degenerativi/speculativi che mangiano la comunità locale. Mi batterò per questo, c’è una sinergia con tanti colleghi su questa tematica”.
“Nello specifico di Montalcino – sottolinea Franceschelli – bisogna ragionare su una Montalcino di 365 giorni e non una Montalcino stagionale. Chiediamo uno sforzo a tutto il sistema del commercio ma siamo pronti a varare nuove regole, a partire dai primi mesi del 2024, perché all’amministrazione compete un indirizzo, nel rispetto degli operatori economici, ma quando si individua una condizione critica, e ci siamo, dobbiamo porre dei rimedi. Non bisogna generalizzare, non è la stessa condizione in tutto il nostro territorio. Le nostre norme identificheranno le aree del centro storico, le aree immediatamente pertinenti al centro storico, distingueranno le varie località. Cercheremo di fare delle normative puntuali e non generali e astratte, sappiamo cosa serve a Montisi, a San Giovanni, Sant’Angelo in Colle e a Sant’Angelo Scalo, nell’ambito e nel rispetto delle normative nazionali e regionali che impongono delle forti limitazioni. La prossima stagione che si sta avvicinando è un banco di prova, tutti comprenderanno che quello che sto dicendo non è una forzatura ma solo una norma di buon senso”.
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