“Rimane alta e continua a crescere la preoccupazione per le zone tartufigene della nostra provincia. Il consiglio regionale vorrebbe rivoluzionare la situazione attuale con un bomba liberi tutti”. Confagricoltura Siena interviene sul dibattito attualmente in corso in Regione in merito a nuove norme in materia di cerca, raccolta e coltivazione del tartufo toscano.
“È conosciuto che il tartufo può essere considerato davvero un tornasole, severissimo, dell’ambiente ed in forza di questo abbisogna di tantissime cure – spiega Confagricoltura in una nota - La spontaneità non è più cosa, anche in conseguenza dei cambianti climatici. E poi questa coltivazione è per i nostri comuni tradizione, controllo idrogeologico, strettissimo legame con l’ambiente. Insomma, una denominazione protetta. Territorio ben delineato, precise coltivazioni colturali e produzioni tipiche. Non è comportamento modaiolo, tutt’altro”.
“Ed oggi – prosegue la nota – l’intendimento del consiglio regionale, per la verità non di tutti, vorrebbe rivoluzionare tutto questo, con un bomba liberi tutti, insomma tutti, ma proprio tutti possono andare e venire senza alcun controllo e soprattutto onere. Ma forse la parola giusta è “razziare”, i corsari erano conosciuti per questo. Un comportamento in netta controtendenza a con la politica europea, nazionale e regionale, almeno fino ad oggi. Ma non dovevamo tutelare le nostre tipicità? Il nostro territorio, le nostre irripetibili eccellenze? E l’agricoltore, colui che coltiva, nella sua proprietà o conduzione, conta qualcosa o ce ne ricordiamo solo quando c’è un mero interesse?”.
È l’ora delle responsabilità e della chiarezza, sottolinea Confagricoltura Siena, che ribadisce la necessità di mantenere queste tutele, “anzi di rafforzarle. E di adoperarsi, questo lo può fare bene la Regione Toscana, ad agevolare altre peculiarità in tutto il territorio vocato toscano. Non crediamo di essere presuntuosi ma se stiamo proteggendo, il lupo, il gatto selvatico, i chirotteri, l’occhione il lanario, oltre ad anfibi, rettili ed invertebrati riteniamo possa esserci posto e tutela per il tartufo senese, e per chi lo coltiva da secoli. Muoia Sansone con tutti i Filistei, proprio non ci piace, ma sarà così. Abbiamo formulato, in maniera univoca, una proposta di legge, che giace in Regione Toscana, univoca lo ribadiamo, di tutte le parti in causa. Conterà qualcosa? Noi abbiamo argomentato i nostri intendimenti e la posizione “regionale” come giustifica questo copernicano riposizionamento? Attendiamo fiduciosi, una risposta, che come in altri casi, non arriverà”.