Il carrello in provincia di Siena è “pesato” 444 euro in più in un anno. Ma fare la spesa è costato molto di più ai residenti di Arezzo che hanno dovuto aggiungere al loro budget 528 euro per mettere in tavola pane, pasta, latte, carne e pesce rispetto ai residenti della provincia di Pisa (+387). C’è una forbice di 141 euro tra la prima e l’ultima della classifica stilata da Coldiretti Toscana sulla base dei dati relativi all’inflazione nei dodici mesi del 2022. In mezzo c’è un esborso medio annuale su base regionale a famiglia di 463 euro in più all’anno per l’acquisto di prodotti alimentari e bevande analcoliche. Nella classifica delle province dove riempire il carrello è stato più costoso troviamo al secondo posto Grosseto con 517 euro che ha chiuso l’anno con il tasso di inflazione più alto di tutta la regione (12,7%) contro una media del 12% stabile rispetto al mese di novembre 2022. Al terzo posto troviamo Pistoia con 500 euro. Poco distante con 489 euro, al quarto posto, la provincia di Massa Carrara che precede Firenze con 478 euro in quinta posizione. Seguono poi Livorno con 453 euro, Siena con 444 euro e Lucca con 410 euro. Chiude la classifica Pisa con 387 euro di rincari. “A spingere l’inflazione a livelli record sono stati in questo folle 2022 l’aumento dei costi energetici e di produzione alimentati dagli effetti del conflitto in Ucraina per cui, purtroppo, non si intravede ancora una soluzione. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Le famiglie per difendersi dallo tsunami dei rincari hanno dovuto adattarsi cercando prodotti con sconti, girando anche per più punti vendita alla ricerca del prezzo più conveniente oppure tornando all’abitudine di fare la lista della spesa per scoraggiare gli acquisti compulsivi. Piccole strategie che, insieme a tante buone pratiche quotidiane che hanno messo in atto come una più attenta lotta agli sprechi e una migliore gestione dei costi energetici con il 77% che ha affermato di ridurre le temperature e le ore di utilizzo dei riscaldamenti, hanno sicuramente alleviato l’impatto”.
Complessivamente tutte le famiglie insieme hanno speso, considerando l’inflazione media per ogni singola voce, 845 milioni di euro in più per l’acquisto di prodotti alimentari e bevande analcoliche a causa di un incremento medio dell’inflazione dell’8,2% con la classifica degli aumenti che è guidata da pane, pasta e cereali (+160 milioni) davanti a verdura (+159 milioni) e carni (+143 milioni). Al quarto posto ci sono latte formaggi e uova davanti al pesce, rincarato di 69 milioni di euro. Seguono olio, burro e grassi (+ 52 milioni), che è però la categoria che nel 2022 ha visto correre maggiormente i prezzi con una inflazione media del 17,9% e le bevande analcoliche (dal caffè alle acque minerali fino ai succhi) a parimerito (+52 milioni). Chiudono la classifica degli aumenti a zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci (+25 milioni) e sale, condimenti e alimenti per bambini (+13 milioni).
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30