Circa 120.000 presenze in 4 mesi (+20% rispetto al pre-Covid) e un incremento dell’87% delle presenze straniere al confronto con il 2021. Sono i numeri dell’enoturismo a Montalcino secondo le elaborazioni sulle presenze turistiche provvisorie rilevate dall’ufficio statistico della Regione Toscana in vista di Benvenuto Brunello, l’evento di anteprima di presentazione delle nuove annate in programma a Montalcino dall’11 al 21 novembre a Montalcino e, il 17 novembre, in contemporanea a Londra, New York, Los Angeles e Toronto. “La scorsa estate Montalcino è tornata a essere il feudo globale dell’enoturismo – sottolinea il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – dopo 3 anni di assenza forzata abbiamo ritrovato gli storici frequentatori delle nostre cantine. Enoappassionati da tutto il mondo arrivati in “pellegrinaggio” al Brunello per poi scoprire che qui il vino non è l’unico elemento a fare la differenza. Montalcino è anche paesaggio Unesco della Val d’Orcia, biodiversità, agricoltura, stile di vita: la prova che esiste un enoturismo di qualità, alto-spendente, culturalmente esigente. E che il vino può rappresentare il motore dell’economia di un intero territorio nel rispetto dell’ambiente”.
“Con questi dati – aggiunge Bindocci – le nostre sensazioni estive si sono confermate: da maggio ad agosto non avevamo mai visto un’affluenza così elevata e allo stesso tempo di qualità. Merito del grande ritorno di americani, brasiliani, inglesi, canadesi, australiani, quelli che prima della pandemia erano gli habitué storici di Montalcino. Il risultato, per un’area rurale che conta una struttura ricettiva ogni 35 abitanti e dove non manca certo lo spazio, è da record: circa 120.000 presenze con pernottamenti in 4 mesi, addirittura il 20% in più rispetto al pre-Covid del 2019 e un incremento dell’87% delle presenze straniere al confronto con il 2021, quando gli arrivi italiani avevano tenuto in vita l’ospitalità enoturistica. Quest’anno il nuovo switch ci riporta alla definitiva normalità, con gli stranieri da circa 60 nazioni che tornano a rappresentare quasi il 70% del totale ospiti negli alberghi del borgo, negli agriturismi, nelle cantine e nei relais delle aziende vitivinicole, nelle enoteche, nelle fiaschetterie e – dallo scorso anno - nel museo “Tempio del Brunello”, che si è appena aggiudicato il premio innovazione di Tiqets, la piattaforma di prenotazione online leader a livello mondiale per musei e attrazioni”.
Dai dati provvisori, osserva il Consorzio, i pesi degli arrivi sembrano essere tornati agli assetti pre-pandemici, con i big spender (in crescita dai Paesi terzi) che erano ovviamente gli statunitensi, primo mercato estero per le vendite di Brunello di Montalcino, ma anche brasiliani e canadesi, oltre ai più vicini tedeschi e inglesi. L’analisi per macroaree restituisce alle Americhe circa il 25% delle presenze complessive (erano al 7% lo scorso anno e a poco più del 2% nel 2020), con una crescita dell’incidenza di ospiti dell’Unione europea e un calo degli italiani, che rappresentano 1/3 della domanda ma che nel 2020 erano arrivati a 70%.