Buona qualità, produzione nella media e una vendemmia nel complesso sopra ogni aspettativa rispetto alla situazione di fine luglio, quando la siccità e la mancanza di piogge avevano allarmato i vignaioli. Poi l’acqua toccasana di agosto ha fatto la differenza, così come l’escursione termica tra giorno e notte. Montalcino così è riuscita a tirar fuori un’altra bella annata nonostante le criticità. Soddisfatto anche Fabrizio Bindocci, al vertice del consorzio di tutela, che parla di vendemmia ottima, con punte di eccellenza. E nel 2027, quando potremo assaggiare il Brunello di quest’anno, che vino troveremo nel bicchiere? “È una domanda amletica, difficile rispondere. È un’annata simile alla 2017, che sta ricevendo commenti positivi dalla critica. Pensavamo sarebbe stata un disastro, invece sono arrivati vini con buon ph e acidità. Sono convinto che quando stapperemo la 2022 diremmo che siamo stati bravi a produrre un ottimo Brunello anche in un’annata difficile”.
Un tema sempre più importante è quello del cambiamento climatico, che ha portato a una delle raccolte più anticipate di sempre. Siccità, mancanza di acqua, problemi seri da affrontare subito, dice Bindocci. “È una riflessione importante da fare, un argomento dibattuto anche in regione. Devono far fare agli agricoltori i laghetti collinari in modo tale che ci possa essere acqua per irrigare i vigneti e aiutare l’agricoltura e anche un bacino da attingere in caso di incendi. Il risultato ottimo della vendemmia non è soltanto dovuto alle piogge ma anche alla gestione del suolo e del vigneto dei nostri agricoltori. A fine anni ‘90 si ricercavano vitigni di Sangiovese con maturazione anticipata, con un grado zuccherino maggiore, perché il clima era diverso. Oggi dovremmo pensare a tornare a riutilizzare cloni tradizionali, perché lo zucchero è un fattore limitante. Per avere una maturazione fenolica ottimale dobbiamo aspettare, e aspettando il grado zuccherino sale andando incontro a vini con gradazione troppo alta. Vanno ristudiati, come stanno facendo alcune università, portainnesti adatti a terreni più siccitosi in modo da bilanciare un andamento climatico che purtroppo continuerà ad essere sempre più spesso così”.
Due criticità poi si sono verificate, per cause diverse, nel mondo del vino e non solo: carenza di personale e crisi energetica. “Il problema più grande è stato la carenza di manodopera – continua Bindocci – anche le squadre che offrono manodopera alle aziende sono in difficoltà a reperire personale. In certi periodi si può sopperire, ma la vendemmia non aspetta. E poi c’è la crisi energetica: siamo passati da bollette di luglio e agosto 2021 da 20mila euro a bollette da 80-90mila euro, incomincia ad incidere in maniera importante. È aumentato anche il costo del cartone e delle bottiglie. Speriamo che le vetrerie non siano costrette a spegnere i forni di produzione, a quel punto sarebbero problemi realmente gravi per tutti”.
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