Lo storico Bruno Bonucci ci scrive per tracciare un paragone tra le recenti elezioni politiche italiane, che hanno portato all’elezione in Senato del sindaco Silvio Franceschelli, e le elezioni comunali di Montalcino del 28 luglio 1907. In entrambi i casi si è avuto “un bel ribaltone”, spiega Bonucci. Adesso con la netta vittoria del centrodestra anche in luoghi simbolo della sinistra, all’epoca con il successo dell’Unione Popolare sui monarchici. Bonucci sottolinea come una densa e informata narrazione di quel periodo, dalla vita politica montalcinese ai suoi protagonisti, si possa trovare nel libro di Ilio Raffaelli “Montalcino (1892-1914). Socialisti, cattolici e liberali progressisti coalizzati…” (Montalcino, 2006). Di seguito l’intervento completo di Bruno Bonucci:
“Caro Direttore
ben sai che le elezioni del 25 settembre di questo bel ’22 resteranno a lungo nella storia della Repubblica Italiana. A me hanno dato intanto l’occasione di ricordare qui altre elezioni, questa volta solo montalcinesi, che s’incontrano ai primi del Novecento.
Prima però bisogna dire che nella recente domenica elettorale è accaduta anche una cosa unica nella storia secolare della nostra città: Silvio Franceschelli, l’odierno primo cittadino montalcinese, ha conquistato il laticlavio e quindi siederà prossimamente nell’aula di Palazzo Madama.
Fatti i complimenti e auguri di buon lavoro a Silvio, andiamo al 25 settembre.
Quel giorno, secondo il Kalendarium Romanum che conta, è senza il Santo protettore e poi, giacché Rosatellum fa rima con furbantellum, è uscito dalle urne un bel ribaltone. Un bel ribaltone diversamente uguale, pensa Direttore, si ebbe a Montalcino alle elezioni comunali del 28 luglio 1907 durante il terzo governo di Giovanni Giolitti (1906-9).
Un evento che parve aprire la città a tempi nuovi, a vita politica nuova. La tradizionale parte politica monarchica, che con le sue giunte reggeva le sorti della città da decenni, si trovò di fronte un avversario nuovo, l’Unione Popolare. Erano coalizzati, attento Direttore, liberali moderati, cattolici e socialisti facenti riferimento rispettivamente ai tre esponenti dr. Carlo Padelletti, Antonio Tamanti e all’avv. Marcello Tozzi. La cosa portò a una campagna elettorale, ideologizzata, con un programma concreto: ospedale più efficiente, edifici scolastici, acquedotto del Vivo, servizio pubblico per Siena e ferrovia, etc. L’Unione montalcinese era la proiezione locale dell’Unione a livello nazionale che per il Comune di Roma portò al Campidoglio, nello stesso giorno, il grande sindaco ebreo Ernesto Nathan cui è dovuto fra l’altro il primo piano regolatore della città.
A Montalcino la campagna elettorale dei monarchici, potremmo dire dei conservatori montalcinesi, fu sostenuta da Adolfo Temperini, il bibliotecario comunale, direttore e redattore de Il Progresso. La sua penna sciolta puntava dritta contro i socialisti e in particolare contro il Tozzi: «il divo Marcello», come scriveva sferzante il Temperini il cui dileggio però trovò risposta nel successo dell’avversario che con la sua eloquenza e inventiva conquistò sia la gente di Piazza che l’uditorio del Teatro degli Astrusi.
Il successo dell’Unione Popolare fu pieno anche per il contributo di un intellettuale proveniente da Genova, il giovane sacerdote don Arcangelo Traverso che sarà parroco di Sant’Angelo in Colle dal 1901 al 1948. Amato dai parrocchiani, criticato molto dal clero montalcinese, s’impegnò apertamente per l’Unione. Dalla corrispondenza rimasta che attesta la tensione del confronto di don Arcangelo con il buon vescovo Jader Bertini, si percepisce la vibrante coscienza che univa dignità del sacerdote e impegno per la giustizia sociale”.