I temporali forti che hanno colpito di recente la Toscana riaccendono il campanello di allarme sull’annoso problema del rischio idrogeologico. Al fine di evitare le disgrazie accadute in molte provincie italiane, l’Unione Provinciale Agricoltori di Siena torna nuovamente sul tema evidenziando negligenze e preoccupazioni. “Il cambiamento climatico è solo una giustificazione che calza a pennello per molte inefficienze e non solo - afferma il direttore, Gianluca Cavicchioli - in forza di questo ragionamento, che sembra essere condiviso e di avviso pubblico solo in caso di gravi incidenti e copiosi danni, la prima cosa che andava fatta era quella di effettuare quelle opere necessarie ed ordinarie per la gestione dei corsi d’acqua”.
Evitiamo di gridare al lupo al lupo, questo il messaggio dell’Upa, quando le cose non si possono, si devono fare. “La manutenzione è sempre stata pratica ordinaria degli agricoltori o chi per loro nei secoli dei secoli, proprio perché trattasi di una buona e doverosa pratica, di assoluto buon senso”, continua Cavicchioli, che sottolinea come ad oggi, in provincia di Siena, giacciono in sospeso oltre 15 richieste d’intervento sui corsi d’acqua presentate dal Consorzio di Bonifica. “Tutti aspettiamo il loro esito e da tempo. Ribadiamo che si tratta solo d’interventi necessari senza che questi vadano o possano incidere negativamente sugli stessi e sull’ambiente circostante; tutt’altro, vanno ed esplicheranno le loro benefiche azioni proprio in questa direzione”.
E allora, cosa può ostacolare queste istanze? “Le richieste sono copiose e ricchissime di documentazione a supporto della bontà delle operazioni, ma c’è sempre un se ed un ma - prosegue il presidente degli agricoltori senesi - possibile che ci siano errori grossolani o richieste lunari? Al comune cittadino, questo inconcludente iter quanto potrà costare? A parer nostro cifre a tanti zeri. Nella sciagurata e da scongiurare ipotesi di disastro, a chi dobbiamo chiedere conto? Certamente come Unione non ci fermeremo davanti ai se ed ai ma e nemmeno sui conosciutissimi ed abusati rimbalzi di responsabilità. Trattasi solo di buon senso; buon senso che non alberga più nel nostro quotidiano ove hanno più valore ed importanza le formalità ed i personali intendimenti. Ma non è così”.
Inutile la richiesta di confronto più volte manifestata dall’Unione Provinciale Agricoltori: “Anche qui attendiamo, ma non sopportiamo più questo silenzio assordante - conclude il Direttore - Crediamo che queste nostre preoccupazioni siano condivise da tantissimi agricoltori ed istituzioni che come noi vedono senza paraocchi e vivono il territorio direttamente, non da un video connesso grazie ad un anonimo link. La colpa morì fanciulla, i disastri e le nefaste conseguenze no e rimarranno chiari e presenti nelle nostre menti per tanto tempo”.