Dal 9 al 25 settembre le sale di Ocra Montalcino ospiteranno “Giochi con la luce - Jeux avec la Lumière”, mostra fotografica prevalentemente in bianco e nero di Marian Alster, architetto per professione e fotografo per passione. L’inaugurazione il 9 settembre alle 19 alla presenza dell’artista, con degustazione offerta dall’azienda agricola La Serena.
“Vorrei trasmettere il piacere che ho provato nel catturare contrasti, chiaroscuri, grovigli di linee e forme, e tutte le sensazioni possibili grazie alla complicità della luce cui sono debitore. La ringrazio prima di tutti”, dice l’artista nativo di Varsavia.
L’interesse per la fotografia ha origine già nella prima infanzia, è lo stesso Marian a evocare con vivida emozione il ricordo del padre impegnato ad immortalare il mondo con la macchina fotografica; ma è solo in età adulta che vi si dedica con tenacia e costanza, scoprendone il linguaggio e, nel tempo, identificando la sua linea espressiva.
Osservando il mondo che lo circonda, in particolare quando è avvolto nell’atmosfera magica e rilassata del borgo di Montegiovi (alle pendici del Monte Amiata), dove con la moglie trascorre momenti di vacanza e di fuga dalla vita frenetica e dagli impegni professionali che Parigi gli impone, realizza che, come spesso capita anche in architettura, la percezione del mondo avviene per mezzo della luce, delle ombre e dei contrasti che essa inconsapevolmente disegna.
Ed è per questo che quasi tutti gli scatti di Marian sono realizzati in bianco e nero, per esaltarne i contrasti, le sfumature e le forme. L’artista narra di come lo scatto avvenga in modo repentino nel momento in cui il suo occhio, allenato e certamente filtrato dalla sensibilità e dall’esperienza derivante dalla professione di architetto e da quella nel campo della grafica, viene attratto da un dettaglio, una forma, un oggetto colpito dalla luce.
In esposizione nella galleria di OCRA Montalcino una serie di dittici senza titolo raggruppati per temi, analogie, contrasti e associazioni. Gli scatti sono quasi sempre rielaborati al computer, processo questo che è parte integrante della sua ricerca.
Focus: chi è Marian Alster
Marian Alster è nato a Varsavia il 24 settembre 1948. Nato subito dopo la guerra in una Varsavia distrutta per il 70%, ha vissuto un’infanzia e una giovinezza felici, pensando in questo modo di contribuire in prima persona al progresso economico e sociale di un paese che voleva essere socialista. Questa parentesi si interruppe bruscamente il 30 gennaio 1968 quando fu arrestato dalla “milizia popolare” durante una manifestazione contro la soppressione dello spettacolo teatrale Dziady (Antenati) di Adam Mickiewicz. Questo spettacolo è diventato un’opportunità per il pubblico di esprimere le proprie aspirazioni alle libertà democratiche e i propri sentimenti antisovietici. Nel marzo 1968 partecipa al movimento studentesco per le libertà democratiche organizzando lo sciopero nella facoltà di architettura. Il regime risponde ai giovani manifestanti con la repressione e una campagna antisemita. Marian trascorrerà due mesi in un distaccamento militare punitivo riservato agli studenti che protestavano contro il regime. Tornato a Varsavia, sarà espulso dal Politecnico. Avendo perso i suoi diritti di studente, Marian decise di emigrare a Parigi via Vienna nel giugno 1969. Nell’ottobre 1969 riprende gli studi di architettura all’Università delle Belle Arti di Parigi. Nell’autunno del 1971 partecipa alla VII Biennale d’Arte Contemporanea di Parigi. La sua creazione è stata scelta dagli organizzatori tra le opere che rappresentano la Francia. Nel 1976 Marian si laurea in Architettura e crea un’agenzia “ALGL Architecture” che si specializzerà negli incarichi pubblici, nel riuso di vecchi edifici e nella realizzazione di alloggi collettivi. Nel 1994 ha fondato una società di progettazione grafica “Les Argonautes” che poi è diventata una web agency e nella quale ha lavorato come Direttore creativo fino al 2012. Sposato con Chana Platkiewicz e ha due figlie, Barbara e Liza.