Il grande Ron Carter arriva sul palco di Jazz & Wine in Montalcino, il festival che da ormai 25 anni unisce la grande musica jazz ed il vino di qualità.
Appuntamento mercoledì 20 luglio nella suggestiva Fortezza a Montalcino con Carter, tra i massimi contrabbassisti al mondo, che si esibirà insieme a Jimmy Greene al sax, Renee Rosnes al piano e Payton Crossley alla batteria.
Carter iniziò la carriera professionistica a fianco di Chico Hamilton e dal 1962 si unì a un gran numero di musicisti jazz; fra di essi, Cannonball Adderley, Jaki Byard, Bobby Timmons, Randy Weston, Mal Waldron ed Eric Dolphy col quale spesso registrò suonando il violoncello. Carter ha avuto il merito e l’onore di far parte del quintetto di Miles Davis (fino al 1968) e rimase un elemento fisso in quella che viene considerata la più grande sezione ritmica della storia del jazz affiancato da Herbie Hancock e Tony Williams. Carter ebbe anche l’occasione di suonare in Europa dove si unì al pianista austriaco Friedrich Gulda.
Nei primi anni settanta, il contrabbassista lavorò a New York assieme a Michel Legrand, con il New York Bass Choir e con il New York Jazz Quartet. Suonò, tra i tanti, anche con Hubert Laws, Stanley Turrentine e George Benson.
Con il pianista Kenny Barron, il bassista Buster Williams e il batterista Ben Riley, nel 1976 Carter formò il suo primo quartetto, in cui era solista utilizzando un basso “Piccolo” che ha un’accordatura più alta del basso standard. L’anno successivo andò in tournée con il riformato gruppo che riuniva i vecchi amici del decennio precedente Herbie Hancock e Tony Williams, in una formazione che vedeva anche altri strumentisti del calibro di Wayne Shorter e Freddie Hubbard. Nel 1980 Carter si unì al quartetto capitanato da Sonny Rollins in cui erano confluiti anche McCoy Tyner e Al Foster e dopo un anno riformò il sodalizio con Hanckock e Williams (Wynton Marsalis alla tromba) esibendosi in Usa, Europa e Giappone.
Nonostante i suoi legami artistici, Ron Carter è stato in tutta la sua carriera un elemento estremamente richiesto per le sessioni di registrazioni, che dettero origine a più di cinquecento album. All’impegno di strumentista, Carter ha abbinato il coinvolgimento nelle attività di formazione musicale di giovani e incarichi nell’ambito accademico.