Caldo record e scarsità d’acqua. Una situazione difficile che interessa anche il nostro territorio, ricco di preziose coltivazioni (dalla vite all’olivo) ma anche di strutture turistiche. La speranza è che non si arrivi al razionamento in Toscana che metterebbe infatti in difficoltà anche chi lavora in quel settore. La redazione di Montalcinonews ha fatto il punto con Cia (Confederazione Italiani Agricoltori) Toscana e Siena per quanto riguarda la zona di Montalcino, Valdorcia e senese.
“Ho parlato con degli agricoltori - spiega Federico Taddei presidente di Cia Siena - trovano difficoltà a mietere il seme dell’erba medica. C’è il caldo e la carenza d’acqua, un doppio problema. Per il grano è dura, e oltra al fattore quantitativo preoccupa anche la qualità. Le vigne sono cresciute in modo esplosivo e c’è il rischio dello stress idrico. Anche per gli oliveti si prevede un’annata complicata, queste piante se vanno in stress idrico fanno cadere le olive che sono presenti. Storicamente quando c’è la siccità la media del raccolto cala del 30%, la Valdorcia poi sente probabilmente di più il problema dell’acqua. Cosa fare adesso? La lungimiranza avrebbe aiutato, ora non resta che iniziare a pianificare il futuro perché non si può continuare così. Sull’immediato abbiamo dei problemi con l’acqua potabile, sulla costa hanno già iniziato a razionalizzare l’acqua. La misura da mettere in campo subito è di far capire alla popolazione che l’acqua è un bene prezioso e non va sprecata. Ma vanno anche tutelate anche le aziende, chiudere le strutture ricettive con le piscine, ad esempio, sarebbe una perdita per l’indotto e i posti di lavoro che generano. Non so quanto uno stato di calamità possa essere utile”.
“Stiamo raccogliendo il cereale - spiega Valentino Berni, presidente di Cia Toscana - e il raccolto, dove va bene, è al 50%. Tutte le colture che hanno bisogno di acqua, uva compresa, vivono un periodo difficile. C’è il serio rischio che tutto il raccolto venga compromesso da questa situazione se non inizia a piovere. L’uva ora dovrebbe crescere invece è ferma totalmente. Quello che avviene a fine agosto sta succedendo adesso. Negli anni non abbiamo portato avanti gli investimenti giusti per fare gli invasi e ora ci troviamo in emergenza al 20 giugno. Il clima è cambiato, dobbiamo chiedere alla politica di fare un piano di emergenza per il futuro. Penso anche alle strutture ricettive: se non si può innaffiare il giardino o riempire la piscina, il colpo d’occhio cambia”.