Valentino Berni, 41 anni di Monteroni d’Arbia e agricoltore a San Giovanni d’Asso, è il nuovo presidente regionale di Cia Agricoltori Italiani della Toscana, e resterà in carica per i prossimi quattro anni. Berni succede a Luca Brunelli, che ha guidato la confederazione per due mandati, dal 2014 ad oggi. I vicepresidenti sono Claudio Capecchi (vicario) e Sandro Orlandini.
L’elezione è arrivata ieri in occasione dell’ottava Assemblea elettiva regionale di Cia Toscana che si è svolta a Firenze, e che ha visto la partecipazione delle istituzioni toscane: la vicepresidente Regione Toscana e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi, il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo; il sindaco di Firenze Dario Nardella; e poi il presidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani Dino Scanavino; il direttore generale Cia Claudia Merlino; la responsabile politiche agricole di Anci Toscana Roberta Casini e il presidente Unioncamere Toscana Massimo Guasconi.
Valentino Berni, titolare di un’azienda agricola (Loghi) nel comune di Montalcino (a San Giovanni d’Asso), è produttore di vino Orcia Doc, di olio extravergine d’oliva ed è produttore del pregiato tartufo delle Crete Senesi. Perito agrario, Berni è stato dal 2018 al 2022 presidente della Cia Siena, ed in precedenza presidente regionale Agia Toscana (Associazione Giovani Agricoltori) e vicepresidente nazionale (2014-2018); e presidente dell’Associazione Tartufai Senesi (2011-2014).
Nel suo discorso programmatico, Berni ha ricordato che “la Cia deve continuare a mettere al centro della propria lotta politico-sindacale il socio-agricoltore, cercando sempre di lottare per aiutare le proprie imprese e i cittadini a raggiungere una vita dignitosa. È solo aiutando tutti e soprattutto gli ultimi che potremo sperare in un futuro più roseo per tutta la comunità”.
Ha toccato inoltre molti punti, dall’attualità (post Covid e conseguenze della guerra in Ucraina) alle problematiche ormai croniche per l’agricoltura toscana. Le conseguenze dell’invasione russa in Ucraina già pesano sule aziende agricole, anche se caro gasolio, fertilizzanti e costo delle materie prime erano presenti già prima del conflitto, oltre al rischio attuale di speculazioni internazionali.
Sulla gestione della fauna ha detto “Ci vuole un impegno continuo e costante su questo fronte, fino al raggiungimento dell’obiettivo di riequilibrare presenza faunistica ed abbassare drasticamente la pressione della fauna sulle aziende agricole: l’impegno finirà quando il danno arrecato alle nostre aziende sarà sostenibile”.
Per quanto riguarda la gestione della risorsa idrica: “la nostra azione sarà finalizzata ad incentivare e spingere le istituzioni, con un’azione capillare dai comuni fino alla regione, a mettere in pista tutte le risorse possibili per strutturare un sistema irriguo che dia delle risposte vere e opportunità di mantenimento e di crescita all’agricoltura. Senza acqua non c’è vita, senza acqua non c’è agricoltura”.
Necessario poi rafforzare le filiere e l’aggregazione tra i produttori” La strategia dell’aggregazione in filiera rappresenta un percorso essenziale per aumentare la competitività del sistema delle imprese. Incentivare l’ingresso nelle filiere degli agricoltori dev’essere un obiettivo prioritario delle politiche agricole” ha detto Berni.
Quindi un passaggio su PNRR e PAC: “Il PNRR rappresenta per l’economia italiana ed anche per l’agricoltura un’occasione storica; occorre renderlo fruibile per le piccole e medie aziende agricole. Sulla nuova PAC (in vigore dal 1 gennaio 2023) abbiamo espresso tutte le nostre perplessità. Occorrerà presidiarne continuamente l’efficacia, ma temiamo che la direzione di marcia vada verso una prospettiva non del tutto dettata dall’agricoltura ed in linea con le sue esigenze”.
Inoltre il tema della burocrazia “Ci dobbiamo impegnare con forza per abbattere i costi rappresentati dalla burocrazia”; del miglioramento della vita nelle aree rurali “Occorre garantire la dignità delle aree rurali, rafforzando infrastrutture e servizi: a partire dalla sanità diffusa, dalla scuola e da tutte le iniziative per rafforzare il welfare locale; da una rete stradale decente indispensabile per le nostre aziende, fino ad un adeguato accesso alla digitalizzazione attraverso la banda larga e all’adeguamento dei sistemi logistici, fondamentali per la vendita dei nostri prodotti”.
Ed anche contrastare l’abbandono delle aree rurali “attraverso strumenti specifici” e puntare “sull’innovazione come motore dello sviluppo per le sfide che ci attendono” ha sottolineato il neo-presidente Cia Toscana.