Uno solo ce la farà e la concorrenza non manca. Anche San Giovanni d’Asso è in corsa per aggiudicarsi i 20 milioni di euro del bando per la “rigenerazione” dei borghi promosso dalla Regione. Un’occasione resa possibile grazie ai fondi, determinanti, del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il Comune di Montalcino ha deciso di partecipare all’avviso pubblico (approvato con delibera della Giunta Regionale) “per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono e abbandonati”. Dovrebbero essere una quarantina i Comuni toscani che hanno partecipato indicando un borgo. La Giunta Regionale individuerà poi il progetto pilota ed entro il 15 marzo sarà presentato lo studio di fattibilità al Ministero. La realizzazione e la rendicontazione degli interventi ha un suo orizzonte temporale e quindi entro il secondo trimestre 2026.
Il Comune ha candidato San Giovanni d’Asso, frazione in cui sono stati trovati i giusti requisiti per partecipare. In primis lo spopolamento: dal 1986 ad oggi c’è stato un calo del 20%, un trend che continua. La relazione del progetto presentata dal Comune vede al centro la futura cittadella agroalimentare e il nuovo Istituto Agrario con l’idea e la volontà di riqualificare edifici ormai non più utilizzati per le attività della scuola (convitto, laboratori, ecc.). Ma non solo perché nei piani ci sono tante opere tra cui una nuova struttura sanitaria per persone autosufficienti che potrebbe nascere tra il polo scolastico e l’Orto Botanico di Sesto. Oggi San Giovanni d’Asso conta solo 343 abitanti, i servizi sono al minimo, l’età media cresce e tanti nuclei familiari sono di una sola persona. C’è bisogno di futuro (la scuola) ma anche di presente (gli anziani di tutto il perimetro comunale).
Tra i progetti da segnalare il restauro e consolidamento della cinta muraria del borgo; il recupero del Castello di San Giovanni d’Asso e nucleo adiacente e la ristrutturazione del Museo de Tartufo. Interessante è lo sviluppo di una residenza per la terza età (da 40 posti letto), per ospiti autosufficienti da insediarsi nell’area con un centro diurno al fine di mantenere gli anziani in ambiente protetto, in compagnia ed all’interno del contesto urbano senza delocalizzarli in aree isolate e decontestualizzate rispetto al luoghi in cui queste persone hanno trascorso la propria vita. L’idea è di valorizzare anche un piccolo parco da ampliare e mettere in rete col borgo per renderlo fruibile ed accessibile con una interconnessione tra la struttura residenziale ed il tessuto urbano. Un’opera stimabile in 5.500.000 euro.
La relazione presentata (“La cittadella diffusa e dell’agroalimentare”) è sicuramente ambiziosa e guarda al futuro. Resta una domanda. Se il Comune non vincerà, progetti come la struttura per anziani saranno portati avanti lo stesso? “Abbiamo le idee chiare - dice il vicesindaco Angelo Braconi - e proveremo comunque a realizzarle”.
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