Sono 37 i distretti del cibo individuati dalla Regione e comunicati al Ministero per le politiche agricole che li ha inseriti nell’apposito Registro nazionale dei distretti del cibo.
Dei 37, 10 sono distretti rurali, 1 è distretto biologico, 21 le strade del vino, dell’olio e dei sapori di Toscana e 5 le Comunità del cibo. Nei dieci distretti rurali c’è anche il Distretto Rurale Montalcino-San Giovanni d’Asso.
“L’iscrizione nel registro nazionale dei 37 Distretti del cibo - ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi - è una grande occasione che ci permette di valorizzare ancora di più queste realtà, baluardi della difesa del paesaggio, della sua memoria, della biodiversità e dei sapori che solo una grande terra come la Toscana sa regalare grazie alle persone che ostinatamente scelgono di viverci e di mantenerla. I Distretti del cibo, che sono intersettoriali, rappresentano quindi uno strumento che può portare vantaggi in termini di sinergie e di possibilità di ottenere finanziamenti, ma anche acquisizione di un maggiore appeal in termini turistici. Non in secondo piano, possono contribuire alla conservazione del paesaggio, favorire lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale e l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale. Sono felice anche per l’opportunità che si presenta per le Comunità del cibo su cui abbiamo scelto di investire sostenendone l’istituzione e il funzionamento come interpreti dei principi di prossimità, accessibilità, solidarietà e salubrità e custodi di un territorio sempre più soggetto a fenomeni di spopolamento, dissesto idrogeologico, e disordine climatico”.
Sulla notizia dell’individuazione dei distretti toscani è intervenuto Fabrizio Tistarelli, presidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana: “Siamo contenti, significa che nel nostro territorio la qualità è molto alta. Però vorrei ricordare che questa qualità va tutelata, altrimenti perdiamo tutto ciò che abbiamo costruito: le imprese ogni giorno devono fare i conti col caro energia, col caro carburante, con gli aumenti del prezzo del latte. Serve un segnale a livello centrale. È una grande occasione e la certificazione che il nostro territorio esprime un valore aggiunto. Può portare vantaggi diretti da un punto di vista economico, ma anche vantaggi indiretti come un maggior appeal a livello turistico. Come detto però dobbiamo fare attenzione, questo non significa che nel nostro territorio tutto va bene e non ci sono problematiche. Per mantenere una qualità alta, essere riconosciuti a livello nazionale, è necessario dare sostegni alle imprese che in questo momento sono appunto in difficoltà a causa degli aumenti di energia, carburante e delle materie prime”.