Giovedì 16 dicembre al Chiostro di Sant’Agostino dalle ore 19 alle 21 è in programma l’incontro “Trescone non ti abbandono…”. Un momento di ritrovo, davanti a un aperitivo, per parlare del futuro di questa tradizione con la presentazione degli ultimi ballerini arrivati e l’esperienza delle “vecchie glorie”. Un modo anche per tenere alta l’attenzione perché, inutile nasconderlo, questo storico ballo a Montalcino non vive il suo periodo migliore. I giovani lo “snobbano”, manca ricambio generazionale e se non arrivano i rinforzi il futuro appare molto incerto. Ne abbiamo parlato con Federico Ciacci, uno dei “motori” del Trescone degli ultimi anni. “Lo ballo dal 1999 ma devo dire che la situazione adesso è molto complicata. Non ci sono più i ballerini, la serata del 16 dicembre è anche l’occasione per vedere di trovare qualche soluzione. Abbiamo chiesto ai Quartieri di aiutarci, si rischia di smettere. Prima era una tradizione, adesso ai giovani non piace più e anche negli ultimi anni siamo andati avanti grazie anche a gente da fuori, di Siena e Buonconvento ad esempio. La pandemia poi ha complicato il tutto. Perché un giovane dovrebbe provare il Trescone? Perché è bello e importante mantenere vive le tradizioni. Si impara a ballare e sono occasioni per stare insieme, fare gruppo, andare alle feste negli altri paesi in gruppo a ballare”.
Il Trescone è uno dei simboli dei giorni di festa del territorio di Montalcino, dalla Sagra del Tordo alla Sagra del Galletto. Parliamo di un antico ballo popolare in tutta la Toscana che ha un legame particolare dalle nostre parti. Era infatti la primavera del 1941, mentre il regista Esodo Pratelli girava a Montalcino la sua “La Pia de’ Tolomei”, che per due mesi coinvolse centinaia di abitanti della zona, quando un gruppo composto da trenta ragazzi venne selezionato ed accuratamente preparato per le scene della “Maggiolata”, un insieme di canti e balli popolari della campagna toscana in uso nel tredicesimo secolo ed eseguiti, per l’occasione, in una festa campestre ai piedi della Fortezza. Nel 1942, terminate le riprese, in ricordo delle “Maggiolate della Pia”, nacque il “Gruppo Popolaresco” di Montalcino che, con balli e canti della tradizione toscana, si esibiva durante le feste della zona e da allora ha sempre allietato cittadini e turisti. Il “Trescone” - così oggi viene chiamato dal nome del ballo portabandiera del gruppo - riveste uno dei ruoli di spicco della “Sagra del Tordo”. Il repertorio proposto a Montalcino si basa su cinque tipi di balli tradizionali: il trescone, la manfrina, la galoppa, la giga e lo schotis che vengono ballati da un numero che varia da otto a sei coppie di ballerini accompagnati dal suono della fisarmonica. Il “Trescone” è storia, aggregazione, gioia, condivisione e radici, è costume genuino che merita di essere tutelato. Il 16 dicembre sarebbe bello che ci fosse una partecipazione importante all’evento al Chiostro di Sant’Agostino.