“È andata bene, siamo soddisfatti. Abbiamo respirato non solo la giusta atmosfera ma anche il giusto numero di operatori presenti, tutti molto interessati: una buona occasione per le nostre aziende che hanno potuto fare incontri profilati e soddisfacenti. L’opinione condivisa delle aziende di Montalcino è che questo sia un format molto interessante, molto ben orientato al business e agli incontri b2b tra offerta e domanda qualificata, sia italiana che estera”. È questo il bilancio dell’edizione speciale di Vinitaly, tornato in presenza a Verona dal 17 al 19 ottobre, tracciato da Michele Fontana, direttore del Consorzio del Brunello, presente alla kermesse con uno spazio collettivo (Terralsole, Donatella Cinelli Colombini, Paradiso di Cacuci, Fattoi, Val di Cava, Col d’Orcia e Paradisone le cantine presenti), mentre altre importanti aziende hanno esposto singolarmente (tra queste: Banfi, Marchesi Antinori e Marchesi Frescobaldi, Ridolfi, Molino di Sant’Antimo, Martoccia).
Un’edizione che ha visto la partecipazione di oltre 12.000 operatori professionali, più di 2.500 buyer (circa il 22% del totale) e 60 nazioni rappresentate, e che ha regalato al Brunello un altro primato: è il vino più conosciuto dagli italiani. A dirlo l’indagine di Wine Intelligence per il neonato Osservatorio Uiv-Unione Italiana Vini realizzato in collaborazione con Vinitaly. Secondo i dati dell’Osservatorio aumenta l’awareness dei consumatori regolari nei confronti delle denominazioni d’origine, ed il Brunello è in testa alla classifica per riconoscibilità per 2 italiani su 3, seguito da Prosecco e Chianti. “È un risultato che ci fa estremamente piacere - commenta il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci - non dimentichiamoci che il Brunello viene apprezzato e bevuto in tutto il mondo, ma nasce in Italia, è un’eccellenza del made in Italy. Per questo il riconoscimento è molto importante. Una dimostrazione dell’apprezzamento degli italiani verso il Brunello e il territorio di Montalcino”.
Nel corso di Vinitaly è stata anche presentata una ricerca di Iri, dove è emerso come il Brunello di Montalcino sia tra i vini italiani che registrano un maggior tasso di crescita in gdo. Nella classifica a volume dei “Vini Best”, cioè quelli con maggior tasso di crescita, in quarta posizione c’è il Brunello di Montalcino (+41,5%), che registra anche un +47% a valore. Un trend positivo influenzato anche dal fatto che il 2020 è stato un anno molto penalizzante per il Brunello e i vini di pregio in generale e al contrario di quest’anno sono mancati gli acquisti durante le festività pasquali. Ma la performance del Brunello in gdo è migliore anche del 2019 (periodo pre-Covid): nello stesso periodo di tempo (primi nove mesi), nel 2021 si è infatti registrato un +20% a volume. Il Brunello di Montalcino, inoltre, è di gran lunga il vino - tra quelli che crescono di più - con il valore allo scaffale più alto, per un prezzo medio a bottiglia di 22 euro, oltre il 20% in più rispetto alla seconda tipologia premium classificata.