Analizzare la struttura interna delle aziende per capire come si svilupperanno nel tempo e quali cambiamenti andranno fatti per migliorare la programmazione e la pianificazione: è l’obiettivo della “Business Demography”, strumento di supporto per le imprese, soprattutto nell’ambito dell’area marketing e della gestione delle risorse umane. Si tratta di una nuova branca della demografia, nata negli anni Ottanta negli Usa e poi diffusa (ma neanche troppo) in Italia a partire dagli anni Novanta. Un esempio virtuoso arriva da Montalcino, dove la Business Demography è stata applicata all’azienda leader del Brunello, Banfi. A farlo è stato Filippo Donati, neolaureato in Scienze delle Amministrazioni all’Università di Siena con una tesi magistrale dal titolo “La Business Demography applicata ad una realtà vitivinicola senese. Un caso di studio: L’azienda Banfi di Montalcino”.
Donati ha raccolto e poi elaborato dati relativi alla popolazione aziendale dal 2003 al 2020 (oltre 4.000 contratti e più di 1.300 dipendenti coinvolti) e ha poi intervistato alto e medio management. Che cosa ha scoperto? “Intanto che Banfi è un’azienda molto stabile - racconta Donati alla MontalcinoNews - il turnover è molto basso, il che è un unicum. Alla triennale ho fatto uno studio su un’azienda di pulizie, lì era chiaramente molto alto”. Il motivo è presto spiegato. “Dalle interviste - continua il neolaureato - è emerso che chi approda a Banfi è come se arrivasse al top. Si sente coccolato, ha un rapporto diretto coi proprietari, tutti si danno del tu. Le persone insomma ci stanno bene”. Collegato al turnover aziendale è l’indice di stabilità, con valori che superano il 95%.
Dal lavoro di Donati emergono diversi spunti: dalla località di residenza della popolazione aziendale (la maggior parte è concentrata sul versante grossetano perché più vicina ai possedimenti di Banfi) alla percentuale di sesso femminile che è calata nell’ultimo triennio, “perché la maggior parte lavora nel settore ospitality che è stato chiuso o fortemente limitato durante il periodo Covid”. E poi c’è l’età media, che è sempre andata a crescere negli anni. “Siamo passati dai 36-38 anni (2003) agli oltre 44 del 2020 - continua Donati - un trend spiegato anche dal poco turnover aziendale, e questo rappresenta uno spunto di riflessione perché l’andamento crescente dell’età media potrebbe rappresentare una problematica in termini di conoscenze tecnologiche”.
I risultati della ricerca su Banfi sono stati pubblicati nell’abstract e nel file di presentazione Powerpoint della tesi. “Probabilmente per il breve-medio periodo - leggiamo - l’azienda Banfi non avrà problemi nel reperire personale da assumere a tempo indeterminato, poiché la maggior parte di essi vengono attinti dal numeroso bacino delle persone che hanno già lavorato con l’azienda a tempo determinato. Leggermente differente è la situazione per quanto concerne l’assunzione di operatori a tempo determinato. Come abbiamo già visto il 70-80% degli operatori assunti era già presente in azienda negli anni precedenti. L’unico sforzo quindi che si presume debba fare l’azienda Banfi, per quanto riguarda l’assunzione delle risorse umane a tempo determinato, è nel cercare di reperire esternamente all’Azienda quel 20-30% del personale che non ha mai avuto esperienze pregresse con Banfi”.
Grandeeee