Fu tra i primi a credere nelle potenzialità del Brunello e di un territorio che a quel tempo era ben lontano da come lo conosciamo oggi. Montalcino saluta Alfo Bartolommei, che insieme alla moglie Anna Maria Manfredini diede vita all’azienda Caprili, tra le cantine più apprezzate di Brunello. Una storia iniziata nel 1952, quando la famiglia Bartolommei, origini grossetane e residente a Montalcino dagli inizi del Novecento, si insedia nell’omonimo podere con il suo bestiame, conducendo i terreni come mezzadri dei signori Castelli-Martinozzi, tenutari della Villa Santa Restituta. Nel 1965 Alfo Bartolommei rileva la proprietà e impianta un vigneto, dal quale nascerà la prima bottiglia di Brunello, datata 1978. Oggi l’azienda è gestita dai tre figli di Alfo, Manuele, Paolo e Paola, e dal nipote Giacomo, figlio di Manuele e vicepresidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino. Un amore incondizionato per il proprio territorio, quello di Alfo: un esempio arrivò nel 2014 quando donò otto olivi all’amministrazione comunale di Montalcino per rievocare l’immagine storica della trecentesca Fortezza, testimone di valorose battaglie e detentrice delle pagine più belle della storia locale.
“Ci lascia uno dei rappresentanti delle famiglie di coltivatori diretti che, insieme alle grandi aziende, ha costruito il Consorzio e la denominazione – commenta il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – una persona semplice e generosa, che lavorava senza mai cercare le luci del palcoscenico, attaccata al territorio e alle sue radici, che insieme alla sua famiglia si è sempre impegnata per lo sviluppo del Brunello. La sua scomparsa lascia un grande vuoto tra i produttori di Montalcino”.