La primavera non è ancora definitivamente sbocciata e negli ultimi giorni il gelo ha abbracciato buona parte dell’Italia. Non ha fatto eccezione nemmeno la Toscana e uno dei suoi luoghi simbolo, Montalcino, la terra da cui nasce il Brunello, eccellenza del Made in Italy nel mondo. Per contrastare le gelate primaverili, con temperature che calano repentinamente quando il sole tramonta, i produttori hanno fatto squadra e si sono messi all’opera, in piena notte, per evitare che i gradi in vigna scendessero troppo in un periodo ritenuto importante perché la vite si trova all’inizio della fase vegetativa. Molti vignaioli di Montalcino sono passati all’azione con un piano comune: riscaldare l’aria bruciando grandi rotoli di paglia posizionati nei vigneti. Un’operazione che ha regalato anche uno spettacolo visivo di grande suggestione come si vede dalle immagini pubblicate sui social network. Ma, soprattutto, è l’ennesima dimostrazione di quanta cura e amore hanno i produttori che, tutti i giorni, seguono i propri vigneti in ogni minimo dettaglio con un occhio anche al cielo. Particolari che fanno la differenza per produrre vini unici, come il Brunello di Montalcino.
Tommaso Cortonesi, proprietario dell’omonima griffe e consigliere del Consorzio del vino Brunello di Montalcino ci racconta come i vignaioli sono intervenuti per riscaldare le vigne. “Il risultato lo vedremo tra qualche giorno nei germogli, siamo fiduciosi. Abbiamo fatto questa scelta perché la paglia non genera fuoco ma un fumo che rimane basso come altezza e permette così di riscaldare l’aria. Inoltre la paglia brucia lentamente e abbiamo deciso di bagnarla sopra in modo da produrre più fumo con un fuoco più lento. Non siamo in uno stato vegetativo avanzato - aggiunge Cortonesi - le gemme devono prevalentemente schiudersi. A La Mannella abbiamo registrato temperature di uno/due gradi sotto lo zero”.
“Questa mattina all’alba - ha detto il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci - la temperatura è scesa sotto lo zero ma i danni sono limitati: buona parte delle gemme sono ancora dormienti e per le altre ci affidiamo a una seconda germogliazione. Il danno c’è stato ma la seconda vegetazione rimetterà in parte le cose a posto”.
Il filo di nebbia di fumo ha avvolto parte della collina di Montalcino, uno spettacolo per gli occhi che non è passato inosservato. Quella appena trascorsa è stata una notte di lavoro e di attenzione che si è trasformata anche in una bella esperienza di condivisione. “Abbiamo iniziato alle due di notte e ancora stamattina eravamo attivi - conclude Cortonesi - certo, meglio se non fosse stato necessario, ma è stato anche interessante trovarci insieme, sperimentare e intervenire. Questa è la dimostrazione della nostra passione e del nostro attaccamento. Adesso aspettiamo di vedere il clima come sarà, siamo pronti a ripetere l’operazione anche stanotte se ce ne fosse bisogno”.