Si è chiusa la serie di incontri di “Finalmente è lunedì”, iniziativa finale del progetto Destinazione Montalcino, finanziato dalla Fondazione Mps con capofila il Centro Studi di Montalcino, che ha visto ogni settimana il dialogo online tra due personaggi su Montalcino (i video sono tutt’ora disponibili sul sito e sulla pagina Facebook Destinazione Montalcino). “Speriamo che altri ancora vorranno ascoltare, seguire, questa esperienza forse anomala – racconta alla Montalcinonews il segretario del Centro Studi Mario Marrocchi – speriamo di aver dato il senso di una certa, voluta, ruspante leggerezza, dissacrando la ricerca di perfezioni comunicative e l’ossessione dell’alta definizione ma provando a trasmettere idee, prospettive”.
“Abbiamo voluto parlare di coronavirus non parlandone e assumendo degli antidoti come la storia, l’agricoltura (biologica), l’inchiesta, la poesia, le parole e le opere – continua Marrocchi – abbiamo cercato di comunicare ma anche di esprimere, abbiamo cercato di far dialogare, di avvicinare, di avvicinarci, nonostante la distanza imposta dalle misure sanitarie, in una tavola rotonda finale “a distanza”, aperta dal nostro piccolo scoop del premio del paesaggio 2021 assegnato dal Ministero dei beni culturali e ambientali al progetto di recupero del monastero di Astino; proseguita con la bella esperienza di un progetto di scavo archeologico finanziato dallo European Research Council a Castronovo di Sicilia e chiusa da un coro di sette persone che hanno voluto raccontarci il loro punto di vista sull’esperienza di questi mesi e le prospettive per i prossimi. Abbiamo finito ricordando che le identità – l’iniziativa è inserita nel progetto “I luoghi identitari” della misura “Siena indivenire” di FMPS – sono sempre state arricchite più dal percorso di crescita che dal momento della nascita, se un momento specifico può esistere per una comunità come Montalcino, radicata nella storia e, anzi, nella preistoria”.
“Un grazie a quanti hanno reso possibile questa esperienza – prosegue il segretario del Centro Studi di Montalcino – alle nostre compagne e compagni di viaggio, dall’associazione Scarpe Diem al Comune di Montalcino, dalla Fondazione Monte dei Paschi alle nostre voci in dialogo e a quelle della tavola rotonda virtuale conclusiva. La pandemia è stata come un acceleratore della nuova dimensione digitale, adesso di certo ipertrofica e speriamo che davvero presto assuma forme più composte e contenute. Tuttavia, la potenza di questa ennesima rivoluzione tecnica dell’umanità è tale che, forse, solo in un momento così particolare, con un tempo così incredibilmente altro da quello “normale” da essersi impadronito anche dell’altra dimensione, quella dello spazio, ci saremmo potuti concentrare su di essa, davvero in buona parte dell’umanità; per renderci conto, prima di tutto, che davvero di una poderosa rivoluzione si tratta e, poi, esplorarla e cercare di capirla, ciascuno per quanto ritiene giusto”.
Per Marrocchi, in questo periodo difficile, stiamo però sperimentando quel che disse Rita Levi Montalcini: non temete i momenti difficili, il meglio viene da lì. “Il Cesscalc – conclude Marrochi – sta ora pensando al prossimo Laboratorio di storia agraria e a come coniugare sempre meglio il respiro internazionale che lo contraddistingue, l’essere un punto di riferimento per gli storici non solo italiani che si occupano di temi come la storia delle campagne e il lavoro contadino, con un radicamento a Montalcino che si vorrebbe sempre più forte”.