“È un momento d’oro per il Brunello, l’accoppiata 2015 e 2016 è un unicum che difficilmente si riesce a creare. Son molto diverse tra loro, eppure incredibilmente identitarie e tutte ricche da scoprire”. Così Eleonora Cozzella, firma di La Repubblica – Sapori. “Il segreto del successo del Brunello – continua Cozzella – è una lunghissima storia alle spalle, la forza, la competenza e la tenacia dei vigneron che sanno gestire tutto il processo, la filiera in termini economici: dalla vigna alla cantina fino agli scaffali delle enoteche. Brunello vuol dire Toscana, vuol dire Italia, è il simbolo anche di uno stile di vita, di sapersi godere il buon cibo e un ottimo calice in abbinamento”.
Qual è il miglior abbinamento tra il Brunello e un piatto di un grande chef che ha assaggiato nella sua carriera professionale? “Non ce n’è uno solo, ne ho assaggiato molti – risponde la giornalista di Repubblica - Sapori – quelli vincenti fanno leva sul territorio. Il vino è più giusto se abbinato ad un prodotto nato in quel territorio. Penso alla selvaggina, al famosissimo peposo e tanti altri. Sono piatti perfetti sia in una cucina classica che in una cucina creativa e rivisitata”.
“C’è bisogno sempre di più di fare sistema, di muoversi come organismo unico”, dice Eleonora Cozzella riferendosi all’agroalimentare italiano, che “comprende i produttori, la ristorazione, i prodotti della terra, della pesca e dell’allevamento. È ovvio che in questa situazione le divisioni si stanno smussando e l’unico modo per andare avanti è l’unione, che fa la forza. Prodotti simbolo del nostro buon bere e buon mangiare hanno il compito di ariete di sfondamento per diffondere la cultura enogastronomica, diventano ambasciatori e raccontano un territorio non solo in termini di qualità per il palato ma anche di tradizione, storia, cultura e identità. L’Italia potrà rinascere basandosi su questi pilastri”.
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