“Abbiamo profondamente rispetto del dramma che stiamo vivendo, ma c’è qualcuno che ha rispetto del futuro dei nostri ragazzi?”. A lanciare il grido di allarme, anzi di disperazione, è l’Asd Montalcino, a quasi un anno esatto dallo stop alle attività del settore giovanile (5 marzo 2020). “Dopo un anno si è detto e non fatto tutto e il contrario di tutto, ma l’essenza dell’associazionismo è “in primis” il sociale e solo dopo l’aspetto sportivo, quindi partiamo da qui”, scrive la società presieduta da Bernardo Losappio, che cita i dati riportati dal sito Tuttocampo che fanno del calcio dilettantistico e giovanile il principale movimento sportivo in Italia. Nel 2019 si contano più di 12.000 società e oltre 1 milione di calciatori e calciatrici di cui 360.000 nel settore giovanile e scolastico. “Scommettiamo per gioco che a settembre 2021, quando la situazione si spera sia migliore, di quei circa 360.000 ragazzi ne resteranno in campo poco più della metà? – si legge nella nota - e gli altri 180.000 che hanno smesso, che faranno? Casa-scuola (se aperte)-play-cameretta…praticamente robot chiusi in sé stessi. Nel frattempo, nel nostro piccolo a Montalcino (così come dappertutto) nella squadra Juniores non ci si scrive neanche più nel gruppo Whatsapp per fare qualche battuta, i giovanissimi si sono frammentati in mille pezzi lottando con i denti tra chi (più volenterosi) si allena da solo a Pienza, chi a San Quirico, Buonconvento. Unici baluardi i piccoli dai 14 anni in giù, loro sì impavidi che possono dare due calci ad un pallone, ma distanti almeno 1 metro e 80 e senza doccia, tanto la sera di inverno se va bene in collina siamo solo prossimi allo zero. Gli stessi che la mattina sono insieme in una stanza scolastica rispetto ai 6.000 mq di rettangolo verde”.
“Ci fermiamo qui, ripetiamo è soltanto una riflessione – conclude il Montalcino – le decisioni o meglio le non decisioni (purtroppo) lasciamole ad altri, ma mentre noi riflettiamo, i vertici sono preoccupati di come far ripartire l’Eccellenza cioè la quinta serie, non proprio la serie A con tutto il profondo rispetto per le squadre di Eccellenza. Non ci sembra proprio una tra le priorità nel difficilissimo momento che i ragazzi stanno vivendo”.