Con molta fatica hanno resistito al primo lockdown di marzo, ma il colpo di grazia potrebbe arrivare dal secondo: circa la metà dei 1.500 circoli Acli e Arci della Toscana potrebbero non riaprire mai più. È l’allarme lanciato dai presidenti regionali Acli, Giacomo Martelli, e Arci, Gianluca Mengozzi, che mandano un appello al Governo affinchè consenta di poter riaprire l’attività sociale almeno in zona gialla, con gli stessi limiti e modalità consentite agli esercizi commerciali. Un appello supportato anche dal Partito Democratico, che ha annunciato di presentare un emendamento al Milleproroghe “per consentire alle associazioni no profit del Terzo Settore di poter svolgere, in piena sicurezza e nel rispetto delle norme vigenti per bar e ristoranti, le attività ricreative complementari ed in particolare la somministrazione ai soci di alimenti e bevande”, dichiarano le deputate dem Lucia Ciampi e Martina Nardi. Lo stesso tema, sottolinea la deputata del Pd Susanna Cenni, è stato trattato ieri a Montecitorio nel corso della discussione del Decreto Natale. “Ringrazio il Governo – ha scritto Cenni – per l’impegno che assume nei confronti di tante donne e tanti uomini impegnati con la loro straordinaria azione di volontari, ancor più rilevanti in un tempo così duro per tutti i cittadini e per le nostre comunità”.
“A Montalcino ci allineiamo al trend nazionale – spiega a MontalcinoNews Licia Marini, da 20 anni presidente del Circolo Arci di Via Ricasoli – le nostre entrate sono legate principalmente alle attività di somministrazione all’interno del bar e alle iniziative ricreative e culturali come richiede lo spirito del circolo, più il rimborso spese per i corsi di danza, yoga e teatro. Non ci sono aiuti, il terzo settore non viene mai menzionato, se non arriva un cambiamento la situazione diventa critica”.
Il circolo di Montalcino ha aperto per un paio di mesi in estate, troppo poco per sopperire alle spese e per garantire una sostenibilità economica di un ente no profit che vive di autofinanziamento. Ma a preoccupare, sottolinea Licia Marini, è l’indebolimento di quello che è considerato un vero e proprio presidio sociale, in molti piccoli centri uno dei pochi punti di aggregazione rimasti. “A Montalcino la fascia d’età varia dai ragazzini di 14 anni agli anziani di 90”, continua la presidente del circolo.
“Le conseguenze sociali della pandemia saranno molto gravi – aggiunge il presidente regionale Arci, Gianluca Mengozzi – aumenteranno povertà e disuguaglianze per i settori sociali più vulnerabili. L’esistenza dei circoli ricreativi e culturali sarà ancor più necessaria per la salvaguardia dei diritti delle fasce popolari e per la coesione sociale delle nostre comunità. Per questo le istituzioni, in primis il Governo, devono assicurare con atti concreti la sopravvivenza di questi insostituibili presidi”.
In attesa dei ristori promessi dal Governo, le associazioni possono contare sugli aiuti della Regione Toscana, che ha stanziato 3,7 milioni di euro per il terzo settore (l’avviso sarà pubblicato a fine mese, l’importo massimo per ogni domanda potrà essere di 15.000 euro). Destinatari dell’intervento, per esempio, saranno gli enti che hanno attivato servizi per consegna a domicilio alle persone in isolamento o ospedalizzate di beni di prima necessità, quelli che hanno effettuato acquisto di pasti per le mense sociali, per i dormitori e per le strutture di accoglienza, o ancora che hanno incaricate di offrire alloggio a persone senza dimora. Rientreranno nell’avviso anche tutte quelle attività rivolte ad accompagnare, sostenere, aiutare in vario modo le persone più fragili, così come gli enti del terzo settore che, durante l’emergenza sanitaria, non hanno potuto svolgere le attività ordinarie in quanto, in conseguenza dei provvedimenti restrittivi, non hanno potuto accedere alle tradizionali fonti di finanziamento. È il caso, come detto, dei circoli ricreativi.
“Il terzo settore toscano – spiega Serena Spinelli, assessora regionale alle politiche sociali – è mobilitato da tempo per fronteggiare l’emergenza Covid. Le migliaia di realtà che lo compongono hanno offerto un contributo straordinario per sostenere i bisogni delle persone più fragili, delle persone costrette all’isolamento, di chi si è trovato più in difficoltà, sostenendo una quantità notevolissima di impegni e di spese. Con questo intervento vogliamo contribuire concretamente a questo sforzo sottolineando il valore di quanto messo in campo sin qui. La misura approntata intende inoltre intervenire per alleviare, almeno in parte, le difficoltà di quelle realtà associative, in primis i circoli, letteralmente messe in ginocchio dalle prolungate chiusure (attualmente i circoli possono effettuare solo attività di asporto) al fine di scongiurare che la pandemia distrugga una preziosa rete di presidi sociali, fondamentale tanto in questa fase tanto per la prossima, auspicabile, ripresa”.