Come se la passano i Quartieri di Montalcino? Non è un periodo semplice, le attività sono ai minimi storici e le restrizioni hanno fatto perdere la socialità e le occasioni d’incontro. Sono tempi di incertezze, c’è da programmare i prossimi mesi pur non sapendo ancora se il Torneo di Apertura delle Cacce e la Sagra del Tordo si potranno svolgere. Le iniziative “bloccate” pesano dal punto di vista economico per le casse dei Quartieri e, soprattutto, proiettano un interrogativo per il futuro: saranno sempre garantite le disponibilità e le forze fresche per organizzare le attività? Oppure questo stop forzato porterà alcune persone a “gettare la spugna”? I Quartieri stanno facendo il possibile per non staccare la spina e alimentare il coinvolgimento nei modi possibili. I Quartieri sono vita, passione, aggregazione e genuinità. Non dimentichiamolo. La Montalcinonews ha deciso di sentire i vertici dei quattro Quartieri della città per fare un punto della situazione. Iniziamo da Jacopo Caporali, Governatore del Borghetto.
“Siamo in attesa di sapere quello che potremo fare nei prossimi mesi ma comunque ci siamo mossi. Abbiamo risistemato la sede e fatto un po’ di lavoretti. È tutto fermo, quindi non è possibile organizzare eventi: salta il Carnevale proprio come è successo con la Befana. Vediamo se riusciremo a ripartire con il Music Circus, ci speriamo. Se c’è paura di un disaffezionamento da parte dei quartieranti? Sì, certamente. Il timore c’è e anche per questo abbiamo promosso degli eventi online per tenere “in moto” il Quartiere. Durante il primo lockdown la risposta c’è stata, ora un po’ meno anche perché manca il tempo. Per quanto riguarda le entrate, la situazione non è semplice: abbiamo fatto delle richieste per ottenere dei contributi, qualcuno lo abbiamo preso. Apertura delle Cacce e Sagra del Tordo? Secondo me siamo nelle mani del Palio di Siena, se dovesse saltare non credo ci siano molte speranze per noi. Per quanto riguarda il futuro della festa, siamo in attesa di avere novità sulla costituzione della Fondazione, solo a quel punto potremo pensare di riqualificarla. Credo che passeranno alcuni anni prima di rivedere gli stand gastronomici come li conosciamo, l’interesse per cambiare è vivo ma le cose vanno più a rilento del solito”.
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