Avete mai acquistato o regalato una bottiglia di Brunello dal grande formato? Preziose, ricercate, numerate, dal valore così inestimabile da rendere un’annata già grande ancora più speciale e l’avvenimento al quale è legata o nel quale sarà stappata ancora più memorabile. Parliamo delle bottiglie dai grandi formati, oggetto del desiderio dei wine lovers e un “must” per i collezionisti, che non possono non averne almeno un esemplare in cantina. Perché dentro una bottiglia “extra” c’è la celebrazione di una vendemmia straordinaria, e, attorno, c’è l’emozione di una giornata eccezionale o di un ricordo indimenticabile. Per il Brunello di Montalcino è un momento d’oro, le due annate in commercio quest’anno, la Riserva 2015 e l’annata 2016, sono di quelle memorabili (“le migliori di sempre”, per le voci più influenti ed autorevoli della critica internazionale) e simili eccellenze meritano senz’altro una bottiglia speciale. A livello visivo una bottiglia di grande formato colpisce all’istante: c’è la cera lacca color rosso rubino ad avvolgere esternamente il collo che ricopre il tappo di sughero; sovente possiamo trovare un’etichetta in edizione limitata e una cassetta pregiata con all’interno un velluto a fare da “guanciale” alla preziosa bottiglia. Ma soprattutto c’è un’artigianalità minuziosa, perché parliamo di un pezzo da collezione e la rarità merita sempre una “cura speciale”.
“I grandi formati - spiega Riccardo Talenti, vicepresidente e responsabile marketing e comunicazione del Consorzio del Brunello - sono sempre particolari e possono richiamare occasioni speciali, come un’asta di beneficenza o una vendemmia da ricordare. Vengono realizzate pochissime unità anche perché non rientrano nel processo produttivo standard e quindi richiedono molta artigianalità, dall’imbottigliamento fino al tappo che non ha la misura di quelli delle classiche bottiglie. In questo oggetto dai numeri piccoli c’è la percezione di un valore grande. La produzione è ridotta quindi non c’è un mercato specifico, i grandi formati sono per i collezionisti, per le aste, per celebrare un evento unico come può essere un matrimonio”. E poi c’è quella cura certosina nel confezionamento che richiede mani abili, proprio come in vigna. “Anche il sigillo in cera lacca viene applicato in azienda - continua Talenti - ed è un lavoro manuale. Ci vuole molta più attenzione del solito con una bottiglia dal grande formato e questo vale per le operazioni di imbottigliamento fino a quelle di chiusura perché il tappo ha una dimensione particolare. Senza dimenticare la maneggevolezza della bottiglia perché poi il vino va versato nel calice. Le bottiglie più richieste sono quelle con formati da 3 litri, 5 e 6 litri ma vengono prodotti anche formati ancora più grandi come quello da 18 o superiore ai 20 litri”.