Nell’ambito della disputa fra Boeing e Airbus il vino italiano, Brunello in primis, è stato risparmiato un’altra volta dai dazi americani, che hanno colpito invece la Francia, principale concorrente del Made in Italy su quel mercato. A far scattare la nuova ritorsione sono state le tariffe aggiuntive europee del 10 novembre scorso su alcuni prodotti alimentari Usa come ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate americane. “Accogliamo con grande soddisfazione questa notizia, gli Usa hanno premiato il rapporto di amicizia con l’Italia”, spiega il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci, che sottolinea l’importanza del mercato americano, che vale il 30% delle vendite di Brunello di Montalcino.
Un anno fa la minaccia delle tariffe aggiuntive aveva portato ad un boom di richieste oltreoceano di Brunello 2015. “La paura dei dazi – osserva Bindocci – aiutò l’economia delle aziende che spedirono il vino nei mercati anticipando i tempi. I produttori, in accordo con gli importatori, mandarono le consegne già dai primi giorni di gennaio e questo è stato importante”. Stavolta la situazione è simile, ma il motivo, fa sapere Bindocci, è l’aspettativa che si è creata dietro l’eccellente annata 2016, unita alla Riserva 2015, due delle migliori annate di sempre secondo la critica internazionale. “Gli importatori – continua il presidente del Consorzio – stanno premendo per velocizzare la spedizione dei vini, per essere presenti sin da subito sul mercato statunitense. Tutti noi produttori ci stiamo lavorando. Le navi sono pronte a salpare in direzione Usa cariche di vino di Montalcino”.