Da una parte i rigoristi, che vorrebbero chiudere l’Italia per tutto il periodo natalizio, dall’altra i fautori della linea morbida: nel mezzo ci sono i cittadini italiani, confusi da decreti e giravolte. Un mal di testa ancor più forte in Toscana, regione che fra tre giorni, dopo due settimane di arancione, tornerà zona gialla. Riapriranno i bar e i ristoranti (fino alle 18) e si potrà tornare a circolare anche fuori comune e addirittura in ogni parte d’Italia (tranne l’Abruzzo che dovrebbe rimanere arancione), ma si potrà uscire dalla Toscana solo per un giorno. Già, perché dal 21 dicembre fino al 6 gennaio scatta il divieto previsto dall’ultimo Dpcm (che tra le altre cose vieta gli spostamenti tra comuni il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio, consente l’esercizio delle attività commerciali al dettaglio fino alle ore 21 e prolunga di due ore il coprifuoco a Capodanno). Quindi, domenica, chi abita in Toscana avrà 17 ore (dalle 5 di mattina alle 22) per andare a trovare i parenti fuori regione.
Fin qui le certezze, adesso entriamo nel campo delle ipotesi. Tra chi preme per una zona rossa generalizzata e chi invece vuole tenere aperti almeno i negozi, la soluzione finale potrebbe essere un compromesso, che porterebbe a istituire la zona rossa nei prefestivi e festivi, dal 24 al 27 dicembre e al 30 dicembre al 3 gennaio, con conseguenti chiusure di bar, ristoranti e negozi non essenziali e divieti di spostamento anche all’interno del proprio comune (ma il Governo sta valutando la possibilità di una deroga per i congiunti più stretti in occasione del cenone della vigilia e del pranzo di Natale, deroga che riguarderebbe non più di due persone). Gli altri giorni, dal 21 al 23 dicembre, dal 28 al 30 dicembre e dal 4 al 6 gennaio, di nuovo zona gialla ma con divieto di mobilità infraregionale. Domani si dovrebbe tenere il Consiglio dei ministri: la speranza è di avere delle regole chiare e precise a breve, perché il Natale è già alle porte.