Ha viaggiato in motorino per la Toscana, ha vissuto in tenda in riva al fiume rischiando di annegare, è stato accolto dalla comunità di Sant’Angelo Scalo, adesso cerca un lavoro e un’abitazione dove dormire. È la storia di Giuseppe, 61 anni, nato in Puglia ed emigrato a Prato da piccolo con la famiglia. Alla scomparsa della mamma, nel giugno 2019 decide di seguire la sua indole, quella di viaggiare, alla ricerca del suo angolo di paradiso. Giuseppe giunge a Gerfalco, frazione di Montieri, per poi spostarsi a Roccastrada. Fino a quando arriva l’evento più impossibile da pronosticare, il Covid. “Ero partito con dei soldi in tasca, facendo il muratore speravo di trovare facilmente lavoro – racconta a MontalcinoNews – senza più occupazione, finiti i soldi anziché indebitarmi con l’affitto ho preferito mollare tutto e attendarmi sul fiume Orcia. La stagione era pure buona, si parla dello scorso maggio, e la prima regola dei vagabondi è star vicino a un corso d’acqua. Mi sono anche attrezzato con una canna da pesca”. A metà giugno, in un giorno di pioggia, Giuseppe si fa male a un piede e l’Orcia inizia ad allargarsi pericolosamente. “Il fiume stava esondando e io ero impossibilitato a scappare. Ho chiesto aiuto a Marzio Saladini, e da lì è nato questo bellissimo sodalizio con la comunità di Sant’Angelo Scalo”. Giuseppe è stato ospitato al campo sportivo, dorme negli spogliatoi e cerca di ricambiare con dei lavoretti di manutenzione. Si è guadagnato anche un nuovo appellativo, ‘Giuseppe dell’Orcia’. “Ho avuto modo di conoscere la gente di questa valle, sono persone meravigliose. Quando mi muovo, specialmente ora sotto le festività, mi tocca fare delle strade alternative. Altrimenti se mi vedono mi chiamano, mi offrono qualcosa. Ma io non posso ricambiare e la cosa un po’ mi imbarazza”.
“Giuseppe magari ha commesso degli errori di ingenuità, ma è una persona perbene – fa sapere la Pro Loco di Sant’Angelo Scalo – fa dell’avventura uno spirito di vita, mettersi in gioco a 60 anni non è da tutti. Siamo impegnati per trovargli una soluzione lavorativa e una abitativa, un paio di stanze e un bagno. A febbraio-marzo, quando probabilmente riprenderà l’attività sportiva, andrà trovata un’altra collocazione”. “Non chiedo regali, ma solamente di poter vivere decorosamente del mio lavoro”, aggiunge ‘Giuseppe dell’Orcia’, che il 13 dicembre ha compiuto 61 anni e, in vista dell’imminente 2021, si augura di poter esaudire un desiderio, quello che la maggior parte di noi possiede già: un tetto e un’occupazione.