“Un carissimo saluto a tutta la Chiesa di Siena - Colle Val d’Elsa – Montalcino, in un momento di grande emozione in cui il sentimento principale è quello del coinvolgimento di tutti voi. Ho sentito presente l’intera Chiesa diocesana nella Basilica di San Pietro, vicino al Papa, in questa missione comune di accompagnare e continuare ad annunciare il Regno di Dio in tutto il mondo a partire da noi, da Siena”. È il primo messaggio dell’arcivescovo Paolo Lojudice, nominato due giorni fa cardinale da Bergoglio.
“Si uniscono in questo momento sentimenti di preoccupazione, di stupore, di meraviglia ma anche di profonda gratitudine – commenta Lojudice - Papa Francesco, lo sappiamo, è imprevedibile, ma ho accolto l’annuncio con grande serenità. Mi colpisce e in un certo senso mi commuove, la fiducia del papa, che ritrovo ancora una volta dopo la nomina a vescovo, 5 anni fa. All’epoca gli avevo chiesto: “È sicuro, Papa Francesco, di farmi vescovo? Io sono solo un prete e mi piace farlo”. “Tu non ti preoccupare… sono io che voglio questo: vai avanti… e non ti dimenticare dell’umiltà e dei poveri”. Non fatemi gli auguri e le felicitazioni come se si trattasse di uno scatto di carriera – continua Lojudice – Papa Francesco lo ha detto molte volte e con insistenza: “Il Cardinalato non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore. La disponibilità di un Porporato a dare il proprio sangue – significata dal colore rosso dell’abito – è sicura quando è radicata in questa coscienza di aver ricevuto compassione e nella capacità di avere compassione…”. Vi chiedo di condividere con me questa sensazione e questa convinzione: quello che conta non è “la porpora come vestito” ma come passione, come com-passione, come condivisione sempre più convinta e decisa, in particolare con chi è privo del necessario, materiale e spirituale, come ci ricordava il vangelo di domenica scorsa: “lo avete fatto a me”. Continuate ad accompagnarmi con la preghiera, come so che fate spesso. Mi unisco alla fatica e al dolore di chi sta soffrendo, di chi ha difficoltà sul lavoro, ai bambini, ai ragazzi e ai giovani che si vedono privati di tante necessità fondamentali alla loro crescita, come la socialità, il divertimento, in alcuni casi la catechesi e addirittura la scuola. I migliori auguri a tutta la comunità per riuscire ad affrontare con dignità e coraggio il momento presente e le sue difficoltà”.
“Con Lojudice – sottolinea alla Nazione il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli – abbiamo intrapreso, sia come Comuni e sindaci del territorio che come amministrazione di Montalcino, un percorso di confronto per sostenere le fasce più deboli della società ed i migranti, anche e soprattutto in questa fase. A Montalcino grazie al suo impulso abbiamo creato con l’ausilio di Misericordia di Torrenieri, protezione civile, Fondazione Brunello, Lions e molti privati la bancarella della solidarietà che sta diventando punto di riferimento per i bisogni alimentari. Per tutti Lojudice è ‘faro’ e ci auguriamo che possa rimanere alla guida delle nostre comunità spirituali per molto ancora”.