La didattica a distanza non riuscirà mai a compensare totalmente quella in presenza. Le abitudini mattutine, il suono della campanella e il rumore del gesso che stride sulla lavagna, la socializzazione con i compagni nell’intervallo, i brividi e il silenzio mentre il prof scorre il registro prima di un’interrogazione: momenti che i ragazzi vogliono tornare a vivere il prima possibile. Si spiega così l’iniziativa della terza media (sezione B) di Montalcino, che ha preso carta e penna per scrivere direttamente al sindaco Silvio Franceschelli e al dirigente scolastico Silvia Tegli.
“Conosciamo la situazione delicata in cui ci troviamo – si legge nella lettera – una situazione che non ci ha permesso di frequentare in presenza quasi la metà dello scorso anno scolastico, ma ci sentiamo di chiedere una cosa”, ovvero tornare a fare lezione in presenza. “Quest’anno per noi sarà molto importante, non solo per la scelta della scuola superiore, ma anche perché dobbiamo affrontare l’esame di stato. Ci mancano i nostri amici, i professori, le lezioni faccia a faccia, i confronti, le lezioni di educazione fisica e tutto ciò che purtroppo non è possibile fare in DaD. Siamo consapevoli che non è una richiesta così immediata da effettuare, ma sentiamo il desiderio di provarci, perché, nel caso fosse possibile, saremmo davvero felici”.
Una lettera commovente, accolta con soddisfazione dall’Istituto Comprensivo Insieme di Montalcino. “Ci ha fatto piacere, perché fa capire quanto sia importante la scuola per i ragazzi – sottolinea a MontalcinoNews il dirigente scolastico Silvia Tegli – posso dire che terremo conto di questa richiesta e faremo il possibile, alla luce di come evolve l’epidemia, per soddisfare la loro volontà”.
La richiesta dei ragazzi di terza media si basa sulla notizia appresa dai pari età di San Quirico d’Orcia, che alternano lezioni a distanza e in presenza. Si tratta, va detto, di uno scenario molto differente: a San Quirico le classi sono meno numerose, gli alunni vanno a scuola a piedi e si sono registrati meno casi di positività al Covid. Una situazione contemplata dal Ministero dell’Istruzione, che in una nota successiva al Dpcm che ha chiuso le scuole dalla 2° media in su nelle zone rosse (tranne per studenti disabili o con disagi linguistici e culturali) ha sottolineato la possibilità di consentire ad un gruppo di allievi di frequentare la classe, “in modo che sia costantemente assicurata quella relazione interpersonale fondamentale per lo sviluppo di un’inclusione effettiva e proficua, nell’interesse degli studenti e delle studentesse”.