Ungulati e recinzioni, gestione delle acque, pianificazione territoriale, vigneti e rese, semplificazione amministrativa, agricoltura toscana come volano per l’economia e il turismo. Sono i temi al centro dell’incontro svolto il 2 settembre nella sede del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino tra i vertici del Consorzio e Rosanna Zari, membro del Comitato nazionale vini Dop e Igp (organo del Mipaaf che ha la competenza consultiva e propositiva in materia di tutela e valorizzazione qualitativa e commerciale dei vini Dop e Igp) e candidato indipendente della Lega alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre.
“È stato un incontro piacevole e proficuo, ho esposto il mio programma elettorale su agricoltura e ambiente e ci siamo trovati su molti argomenti – spiega l’agronoma a MontalcinoNews – partendo dai problemi reali delle imprese e le difficoltà nel rapportarsi con la Regione e le istituzioni. La richiesta del Consorzio è stata di avere un punto di riferimento, una persona competente che conosca la materia all’interno del Consiglio regionale, per rappresentare le istanze di un territorio che merita particolare attenzione visto che è l’eccellenza della produzione del vino toscano”.
Il primo tema affrontato è stato quello della fauna selvatica e i conseguenti problemi legati da un lato alla complicazione di attuare i sistemi di protezione, tra costi e burocrazia, dall’altra all’inefficacia di queste misure, perché “molto spesso la fauna riesce a penetrare causando danni incredibili”, sottolinea Rosanna Zari. “Le Atc, le uniche che ristorano i viticoltori, danno dei riconoscimenti esigui, a volte il 10% del danno, attraverso una procedura complicata. Sarebbe sufficiente una semplice app di segnalazione del danno per risparmiare la parte burocratica”.
“Il secondo argomento – continua Zari – ha riguardato gli interventi dell’Ocm sui vigneti, dall’introduzione della vendemmia verde agli incentivi alla distillazione, che chiaramente non possono interessare questo territorio. Inoltre c’è un problema legato agli investimenti, in un sistema che lascia poco spazio a progetti più complessi”.
Tra i temi discussi anche il sistema vincolistico della Regione Toscana. “Per un ripristino o un piccolo intervento sul territorio aperto sono necessarie 1.000 verifiche e questo complica moltissimo le attività di chi deve procedere. Per avere un’autorizzazione passano mesi. Accade spesso che quando hai l’autorizzazione non è più il tempo giusto per intervenire. C’è poi la legge sulle acque: la Regione con un proprio atto ha reso pubbliche tutte le acque profonde e superficiali, istituendo un reticolo idrografico. Così, per intervenire e utilizzare l’acqua dei propri laghetti, se questi ricadono nel reticolo occorre un permesso per il prelievo”. Infine, conclude l’agronoma, “la legge sull’agriturismo, passata in sordina, impedisce la trasformazione degli annessi agricoli in attività agrituristica, un ulteriore freno al libero sviluppo dell’impresa”.
Due giorni dopo l’incontro a Montalcino è stata la volta di San Giovanni d’Asso, dove si è parlato di tartufo. A lanciare il sasso, nei giorni scorsi, le dichiarazioni della vicepresidente del Consiglio regionale Lucia De Robertis che ha parlato di liberalizzazione delle tartufaie toscane. “Un problema soprattutto se si pensa al tartufo bianco che è il più delicato – sottolinea Rosanna Zari – se non c’è manutenzione né controllo sulle modalità e sui tempi di raccolta, si rischia un impoverimento della tartufaia. E già stiamo andando verso una diminuzione della produttività, a causa del cambiamento climatico e della grande presenza di fauna selvatica. Questa coltura va tutelata e salvaguardata e non lo si può fare con la liberalizzazione totale”.