“Il Brunello è l’incrocio felice tra la storia, una grande tradizione, l’agricoltura e il territorio. Per questo è coerente premiare un Centro che studia proprio la storia dell’agricoltura”. Il vicepresidente del Consorzio del Brunello Stefano Cinelli Colombini commenta così la motivazione dell’assegnazione del premio Città di Montalcino 2020 (promosso proprio dal Consorzio e dal Comune di Montalcino) al Centro studi per la storia delle campagne e del lavoro contadino di Montalcino, che da più di 20 anni organizza il Laboratorio Internazionale di Storia Agraria. La premiazione si è tenuta ieri pomeriggio in Piazza del Popolo.
“Quando abbiamo iniziato questo percorso – spiega Massimo Montanari, presidente del Centro studi e uno dei massimi storici dell’alimentazione, nonché professore di Storia medievale all’Università di Bologna – il tema della cultura e del lavoro contadino era molto trascurato. Ci sentivamo dei sopravvissuti. In maniera caparbia abbiamo insistito su questa linea e oggi il tema è tornato di moda. I contadini crescono, non calano più, ci si vergogna meno di dire “faccio il contadino”. Anzi, a volte è quasi motivo di orgoglio. Non presumiamo di averlo fatto noi, ma abbiamo continuato a tenere alta l’attenzione. Il Centro studi è il frutto della caparbietà e della fiducia del Comune di Montalcino, abbiamo incontrato cinque sindaci e tutti hanno confermato il loro interesse a tenerci qui. Abbiamo incontrato il favore anche di altre istituzioni locali, ad esempio MontalcinoNews che ci è stata amica fin da subito. Spero tutto questo non sia un punto di arrivo ma un punto di partenza per qualcosa di più solido e importante”.
A ricevere il premio per la sezione informazione e spettacolo è stato invece l’etnomusicologo Alessandro Mazziotti. “Per me è stata una sorpresa – sottolinea Mazziotti – mio zio suonava una vecchia ciaramella, i miei nonni erano contadini. Da lì ho studiato la musica che si esegue nelle comunità contadine e pastorali”. Mazziotti ha poi fatto parlare gli strumenti, realizzato con semplici pezzi di canna o di osso, “che emettono suoni apparentemente rudimentali, ma in realtà dietro a questi strumenti ci sono un patrimonio e una cultura notevoli”.
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