Le note del Brunello, eleganti, profonde e uniche come quelle del grande jazz. È lo spettacolo che regala il gran finale di Jazz&Wine in Montalcino. Rivoluzionato secondo nuove regole e distanze, eccezionalmente diffuso ed itinerante, per la prima volta il festival ha fatto salire i più noti jazzisti italiani e non solo sul palco monumentale dei suoi luoghi più belli e più ricchi di storia, sullo sfondo della scenografia naturale di un paesaggio vitato patrimonio dell’umanità Unesco. Dopo Castello Banfi e l’Abbazia di Sant’Antimo, è stata la volta di Piazza del Popolo, a far da fondo alle sonorità latine di Natalia de Souza e il suo quintetto d’eccezione formato da Aldo Vigorito (contrabbasso), Dario Congedo (batteria), Antonio De Luise (piano) e Sandro Deidda (sax).
Cosa rimarrà allora di quest’edizione straordinaria? “Senz’altro tante belle emozioni – risponde Rodolfo Maralli, presidente della Fondazione Banfi – quest’anno ha dimostrato che quando c’è l’amore, la passione, la voglia di superare le barriere, i progetti vengono anche meglio. Questa è un’iniziativa vincente in un territorio vincente, abbiamo dato un segnale di speranza, di ottimismo, di fiducia. Quest’edizione ci ha fatto scoprire che oltre all’abbinamento tra vino di qualità e grande jazz c’è anche un terzo asset, il patrimonio artistico e culturale di Montalcino, che abbiamo fatto vivere con un percorso itinerante”. Castello Banfi, l’Abbazia di Sant’Antimo e, ieri, Piazza del Popolo. L’epilogo perfetto per un festival che ha dato un messaggio di ripartenza e di bellezza al mondo esterno.
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