Tra Siena e Arezzo è derby anche nel mondo del tartufo. Una rivalità ancor più esasperata dalle imminenti elezioni. Tra i candidati c’è l’aretina ed esponente del Pd Lucia De Robertis, attualmente vicepresidente del consiglio regionale, che due giorni fa ha appoggiato la richiesta dell’Atva, l’Associazione Tartufai Valli Aretine, presieduta da Moreno Moroni, che chiede la libera ricerca dei tartufi in Toscana. De Robertis, riporta Arezzo Notizie, ha annunciato una sua proposta di legge che pone un limite alla raccolta riservata per singola specie produttiva, “censimento regionale dei territori effettivamente vocati alla produzione del tartufo, rispetto ai quali calcolare queste percentuali, e una moratoria delle nuove autorizzazioni alla raccolta riservata, fintanto che la mappa regionale non sia pronta e disponibile”. Tutto questo per “respingere il tentativo che da anni, da certe realtà territoriali, si sta portando avanti per sottrarre dalla libera ricerca i migliori siti produttivi delle specie più pregiate”.
Il riferimento ai tartufai senesi non è casuale. Pronta la risposta del presidente dell’associazione (che ha sede a San Giovanni d’Asso) Paolo Valdambrini. Pubblichiamo qui il suo intervento giunto alla nostra redazione:
“La nostra esperienza quarantennale ci ha dimostrato che il lavoro di manutenzione e miglioramento delle tartufaie hanno fatto si che queste siano rimaste produttive, il resto sono fesserie. Difendere la libera ricerca vuol dire promuovere l’abbandono ed il conseguente degrado della campagna. Ci teniamo anche a spiegare che non esistono torrenti o fossi demaniali chiusi da tabelle per la raccolta riservata di tartufi poiché non è possibile che tale cosa sia stata autorizzata dai Comuni e dalla Regione. Per quanto riguarda i fossi rientranti nel reticolo idrografico la loro demanialità dipende dalla quantità, dalla presenza e dalla portata di acqua nel ciclo dei 365 giorni dell’anno. I terreni di questi fossi sono dei proprietari, come riferito dal foglio di mappa e dalla particella del catasto. Con questi proprietari noi abbiamo stipulato regolari contratti d’affitto da quarant’anni a questa parte. È stato fatto un esproprio?
Ora basta, noi ci opponiamo alle sue proposte in quanto in tutti questi anni abbiamo lavorato mantenendo e migliorando le nostre tartufaie e quello che avete in mente ci sembra un vero e proprio scippo. Il territorio tartufigeno delle Crete Senesi non può diventare l’orto dove tutti raccolgono ma nessuno lavora e soprattutto non ci sembra giusto che a decidere le sorti delle nostre tartufaie siano i tartufai delle vallate aretine che, come locuste, hanno finito le risorse dei loro terreni e ora si vorrebbero spostare dalle nostre parti.
Se i terreni non vengono mantenuti il Tartufo Bianco Toscano andrà a sparire, come è già successo nelle valli aretine gestite con il metodo del signor Moroni e del signor Foianesi. È così che lei intende promuovere il Tartufo Toscano da candidata al consiglio regionale? Cosa sarà affettato nei piatti dei ristoranti d’eccellenza dei nostri territori, il tartufo proveniente dalla Romania, magari con l’aggiunta dell’aroma chimico?
Anziché occuparsi di fare una legge che porterà alla distruzione delle tartufaie e alla scomparsa del tartufo sarebbe meglio che la Regione Toscana s’impegnasse ad organizzare l’asta internazionale del Tartufo Toscano, come è stato fatto in passato (Castello di Cafaggiolo e ultima edizione al castello di San Giovanni d’Asso), ovviamente fatta in maniera itinerante per promuovere il tartufo toscano anziché quello dell’est Europa”.
Pingback: Tartufaie, Zari (Lega): follia la proposta del Pd di lasciarle libere | Montalcino News
Pingback: Vino e tartufo, il programma di Rosanna Zari | Montalcino News