L’Italia saluta Sergio Zavoli, giornalista, scrittore e politico scomparso due giorni fa all’età di 96 anni. Nato a Ravenna ma riminese di adozione (era un grande amico di Fellini), Zavoli è considerato il padre dell’inchiesta televisiva e un punto di riferimento per il giornalismo italiano. È stato radiocronista, condirettore del telegiornale, direttore del Gr e presidente della Rai, ha inventato format celebri come il “Processo alla tappa”, programma sportivo incentrato sul Giro d’Italia, o “La notte della Repubblica”, trasmissione dedicata agli anni di piombo, ha scritto saggi, libri e poesie ed è stato senatore e presidente della Commissione Vigilanza Rai.
Sergio Zavoli era anche un estimatore del Brunello e un grande amico di Montalcino. “La conosceva benissimo e la decantava spesso – ricorda Francesca Colombini Cinelli – negli anni abbiamo condiviso tanto, è stata una grande persona. Sergio veniva a trovarmi frequentemente qui ai Barbi, era davvero un grande piacere passarci i pomeriggi a parlare. Molte volte con lui venivano anche Giulietta Masina e Federico Fellini”.
Zavoli, Masina e Fellini contribuirono a gettare le basi del Premio Barbi Colombini, di cui Sergio Zavoli è stato fino ad oggi membro storico della Giuria d’Onore. Il premio, ideato da Francesca Colombini Cinelli nel 1981, ha visto passare a Montalcino negli anni personaggi del calibro di Luzi, Biagi, Rigoni Stern, Bilenchi, Tobino, Loy, Bocca, Tamaro, Brandi, La Capria e Vassalli (una tradizione proseguita e rinnovata dal 1999 dalla figlia Donatella Cinelli Colombini, con il Premio Casato Prime Donne). Proprio al Premio Barbi Colombini è legato un ricordo di Francesca Colombini Cinelli. “Zavoli – racconta la “Signora del Brunello” – aveva un debole per lo zabaione di casa Colombini, che richiedeva espressamente. Ad una cena del Premio Barbi Colombini se lo bisticciò con Leone Piccioni; alla fine un piccolo assaggio glielo diede”.