“I fatti dall’inchiesta partita da Siena sono veramente agghiaccianti e ripropongo ancora una volta l’urgenza di adottare tutte quelle iniziative necessarie a tutelare l’infanzia, soprattutto quella più fragile. C’è bisogno di un patto tra le famiglie, le istituzioni e la Chiesa per dare voce e spazio ai più piccoli spesso vittime silenziose di veri e propri mostri”. È quanto dichiara Mons. Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val D’Elsa-Montalcino in merito all’inchiesta partita un anno fa da una chat, la “Shoah Party”, in cui i ragazzini si scambiavano video e foto pedofili e inneggianti al nazismo.
“Non si arriva a questi orrori per caso - aggiunge Lojudice - molto spesso la responsabilità è degli adulti, anche se in questo caso sono in maggioranza ragazzi minorenni a trasformarsi in carnefici dei più piccoli sapendo che loro non hanno voce perché nessuno li ascolta”.
“Per questo motivo - prosegue - propongo l’istituzione di una Giornata nazionale dell’ascolto dei minori, sapendo che in Italia per una persona di età minore nelle aule giudiziarie è fissato ancora ai 12 anni e lasciato nella migliore delle ipotesi all’interpretazione degli esperti. Come se le parole dei bambini non bastassero da sole a spiegarne i drammi. Questa dovrebbe diventare una giornata celebrativa in cui lasciare l’aula del tribunale per recarsi nella aule di scuola o nei luoghi di aggregazione giovanile per «ascoltare» i ragazzi. Ed anche una giornata in cui i tribunali aprano le porte per accogliere i più piccoli, dare spazio alle loro piccole voci e far conoscere i loro diritti. Potrebbe essere l’inizio di una vera rivoluzione culturale nel nostro paese così tristemente invecchiato, una rivoluzione che finalmente guardi al futuro per ritrovare il passo di un progresso civile e democratico per le istituzione e per la società civile ripartendo dai bambini”.
“È urgente - conclude Lojudice - promuovere un’alleanza tra adulti e nuove generazioni fondata su una visione rinnovata della vita comune. Una visione che metta al centro dell’impegno una reale tutela delle persone di età minore e che disciplini il comportamento degli adulti per ambito di competenza. Un codice che sappia individuare con maggior chiarezza gli impegni e le responsabilità degli adulti in qualunque ruolo o funzione essi si vengano a trovare rispetto all’infanzia”.