I piccoli comuni “chiamano” il premier Conte per chiedere di non essere lasciati soli. Chi vive di turismo, con bilanci più piccoli (e con le entrare della tassa di soggiorno ormai praticamente ferme a zero), fatica di più. L’appello per “salvare i gioielli turistici d’Italia” è stato firmato da 28 Comuni italiani, compresi molti di quelli che hanno nel vino il loro simbolo e motore economico: da Montalcino, la patria del Brunello e tra le perle della Valdorcia patrimonio Unesco (anche Pienza è nell’elenco) fino a Barolo, Barbaresco, San Gimignano e Montepulciano. E poi posti straordinari come Amalfi, Porto Venere, Positano, Portofino. Un appello, quello inviato dai sindaci (compreso Silvio Franceschelli), al presidente del Consiglio Giuseppe Conte contenente alcune specifiche richieste: dalla “istituzione di un fondo che copra la riduzione delle entrate direttamente connesse con il turismo anche dei piccoli e medi comuni turistici” alla “possibilità di attingere non solo all’avanzo di amministrazione di parte libera e destinata, ma anche a quello vincolato per affrontare con tutti gli strumenti la crisi in atto”; e ancora, la “possibilità di trattenere il gettito Imu destinato allo Stato e di stabilire una “soglia di solidarietà” al Fondo per lo sviluppo e la coesione, oltre la quale bloccare il contributo dei singoli comuni, specie costieri e turistici. Risorse e strumenti per gli investimenti in manutenzione del patrimonio architettonico, monumentale ed artistico che è il valore aggiunto dell’Italia”. I sindaci ricordano che “con le nostre eccellenze siamo volano per interi distretti turistici, vallate e comprensori, generando ricchezza e indotto anche oltre i nostri confini comunali. Siamo spesso eccellenze nell’agroalimentare, denominazioni di punta nel comparto vitivinicolo italiano, straordinari custodi di tesori e capolavori che dalla Magna Grecia, passando per Etruschi, Romani e Medioevo, arrivano fino al Rinascimento e al contemporaneo. Siamo, in alcuni casi, anche patrimonio mondiale dell’Umanità, inseriti nella lista stilata dall’Unesco, così come in altri casi siamo ‘città slow’, del vino e dell’olio, oppure abbiamo conseguito la ‘bandiera arancione’ quale riconoscimento di qualità turistico-ambientale conferito dal TCI, oppure la ‘bandiera blu’ quale riconoscimento per quelle località costiere europee che soddisfano criteri di qualità relativi a parametri delle acque di balneazione e al servizio offerto, solo per fare alcuni esempi. Siamo comuni piccoli e turistici, che hanno creato nel tempo, attraverso la cura della propria terra, della propria campagna, del proprio paesaggio, del proprio mare e della propria montagna, oltre che della propria storia e dei propri borghi, piccole patrie della qualità e dell’accoglienza per un turismo più consapevole”. I piccoli comuni sono disposti a rimettersi in gioco e a vincere una nuova sfida. Ma hanno bisogno di aiuto. “Ci candidiamo ad essere protagonisti anche di una nuova economia di prossimità, in senso territoriale, e di un nuovo turismo più sostenibile, attento e consapevole che trovi in noi una destinazione turistica sicura, capace di accogliere nel pieno rispetto delle norme imposte dal coronavirus, pronti a sperimentare un nuovo “galateo dell’ospitalità”, che dia sicurezza e accoglienza ai nostri ospiti. Ma questa volta da soli non ce la potremo fare: chiediamo allo Stato di darci una mano per farci trovare in piedi quando tornerà il turismo in Italia”.
Un pensiero su ““Salvateci”: Montalcino “chiama” il Premier”
Lascia un Commento
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024
Pingback: Aumenta il fronte dei piccoli comuni turistici | Montalcino News