Come sappiamo, e ci fa un grande piacere tutte le volte che ci viene ricordato, Montalcinonews è un mezzo seguitissimo (anche) da parte di tutti coloro che si trovano a vivere in un Paese straniero ma che vogliono continuare ad avere un contatto stretto con le proprie origini. Laura Pecci vive a Mishima, in Giappone, in una città di oltre 110.000 abitanti. Ma il suo cuore è a Torrenieri, dove risiedono i genitori, e a Montalcino, posto in cui ha vissuto anni felici della propria vita. Laura ha due figli bravissimi, Yaya e Neri, “i miei due piccoli mezzi montalcinesi” come li chiama affettuosamente lei, che sono stati protagonisti, insieme ad altri coetanei, di un progetto che Pecci ci ha raccontato contattandoci via Facebook. “Lontani ma uniti”, Italia e Giappone collegate da un ponte fatto di disegni e frasi di incoraggiamento partite dal cuore di questi adolescenti: “volevo farvi vedere questo piccolo messaggio di speranza che con un gruppo di mamme abbiamo pensato per le nostre famiglie e tutti gli italiani, insieme all’ambasciata di Tokyo. Spero tanto di riuscire a venire a casa, come ogni anno, per le vacanze estive. Yaya aveva anche fatto queste (costruzioni ndr) che volevamo spedire ai nonni, che sono a Torrenieri, ma abbiamo pensato che non fosse il caso di intasare le Poste e abbiamo inoltrato solo la foto”.
Laura insegna italiano e inglese oltre a condurre lezioni di degustazione perché, come ci dice lei, in Giappone “ci sono molti appassionati di vino e soprattutto di Brunello”. Ma come vive il Giappone questa emergenza e in che modo vede il nostro Paese in questo momento? “Gli amici mi chiedono increduli della situazione in Italia perché qui la percezione della diffusione del contagio è molto diversa. Sono state chiuse le scuole dalle elementari in su, le palestre e annullati molti eventi che avrebbero coinvolto soprattutto i bambini da fine febbraio - ora sono iniziate ufficialmente le vacanze di fine anno scolastico - ma c’è in programma la ripresa regolare di tutto ad inizio aprile. Le persone non hanno mai smesso di lavorare, c’è abbastanza tranquillità e nessuna limitazione agli spostamenti. Si consiglia solo di non aggregarsi, soprattutto ora che inizia la fioritura dei ciliegi suggeriscono di limitarsi ad osservarli passeggiando invece di fare, ad esempio, i tradizionali pic nic. Indossiamo la mascherina, ma qui è abitudine diffusa, appena si hanno i sintomi di un raffreddore la si mette per non diffonderli agli altri, oltre che per proteggere se stessi. In più sta iniziando la stagione delle allergie e quindi vengono usate più del solito. Purtroppo da settimane ormai non si trovano più in vendita, però, per fortuna, ne avevamo in casa, e ne avevamo già anche di stoffa”. Come tante persone Laura si informa nei media, con la speranza che presto possa avere la possibilità di abbracciare i suoi cari a Torrenieri.
“Sono l’unica italiana residente quindi sono sicura che la mia quotidianità sia ben diversa da chi abita nelle metropoli. Nella mia regione ci sono solo tre casi riconosciuti. Fra stranieri, ovviamente, ci sono gruppi per tenerci in contatto costante, soprattutto ora, con le notizie terribili che ci arrivano dai nostri Paesi di provenienza. Ci chiediamo increduli come sia possibile una così bassa diffusione a livello nazionale e siamo quelli con le antenne più drizzate e che tendono di più a stare in casa. È una situazione abbastanza surreale, sembra davvero di vivere in una realtà parallela. Vi leggo sempre, mi fate sentire vicina e in contatto con la mia terra, che ora soffre più di me, e volevo solo ricambiare un minimo con un messaggio di speranza”. Ci sei riuscita, ti aspettiamo presto qui, cara Laura, non appena la tempesta finirà. #Tuttoandrabene.