Anche se il gender gap resta ancora forte, si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Ne è convinta Donatella Cinelli Colombini, produttrice di Brunello e Orcia e presidente di Donne del Vino, l’associazione che riunisce 890 imprenditrici del settore vitivinicolo e che è stata al centro di una ricerca firmata dall’Università di Siena, presentata il 31 gennaio a Rocca Salimbeni, sede di Banca Mps, in occasione di Wine&Siena. Il lavoro, curato dal professor Lorenzo Zanni, ha dimostrato come il 97% delle 167 Donne del Vino intervistate ha trovato l’accesso al credito che cercava. È la prima volta che una ricerca di questo tipo non evidenzia un gender gap. Studi anche recenti, infatti, mostravano come quasi la metà delle imprenditrici lamentasse difficoltà nell’accesso al credito. Le aziende femminili sono 1,3 milioni, cioè il 21,8%, del totale italiano, e si concentrano nel settore agroalimentare dove la loro presenza arriva al 28% (dati Unioncamere). Nel comparto agricolo il gentil sesso guida un terzo delle imprese ma, pur occupandosi solo del 21% della SAU (superficie agricola utilizzabile), ottiene il 28% del PIL agricolo dimostrando una capacità manageriale di alto livello.
Il risultato della ricerca, spiega Donatella Cinelli Colombini, scaturisce anche dall’andamento controcorrente dell’agricoltura rispetto alle difficoltà dell’economia italiana. “Le cantine italiane, negli ultimi 5 anni, hanno accresciuto fatturati e margini (+3,9% e +5,8%), hanno esportato di più e hanno visto salire il valore delle vigne dell’1,2% ogni anno, un dato quest’ultimo che nelle zone più vocate è schizzato alle stelle”. “Le Donne del vino sono un campione privilegiato - continua la presidente delle Donne del Vino - perché a capo di aziende che, secondo un’indagine effettuata 3 anni fa, risultavano internazionalizzate, diversificate, orientate sul bio e sui vini di alta qualità. Per questo l’indagine di Siena ci fa vedere la luce in fondo al tunnel mentre in altri settori economici il gender gap è ancora forte”.
In effetti il Global Gender Gap Report del 2018 mette l’Italia è a 70° posto su 149 Paesi e l’Istat usando i dati Inps ha rivelato che esiste una forbice fa il salario maschile e femminile che va dal 4% del settore pubblico al 20% nelle imprese private fino al 38% fra i liberi professionisti.
Focus: la ricerca “Donne e credito” dell’Università di Siena
Il questionario è stato somministrato nel 2019 alle 890 Donne del vino italiane, hanno risposto 167 socie di cui 127 con cantina. Il 56,9% delle risposte sono arrivate dal Nord Italia.Il 65% delle intervistate ha chiesto un credito negli ultimi 10 anni, spesso il finanziamento è inferiore alle attese ma solo il 3% si è vista negare l’erogazione. Da notare l’alta percentuale delle imprese che si sono basate solo sul proprio capitale. Colpisce che siano state soprattutto le imprese più piccole, quelle sotto i due milioni di fatturato annuo, a cercare l’aiuto delle banche. Si tratta di una dimostrazione di grande dinamismo perché questo denaro è stato impiegato per nuovi investimenti (72%) e non per la conduzione aziendale. La richiesta di credito è legata alla volontà di accrescere qualità, remuneratività e dimensione produttiva. A posteriori gli stessi obbiettivi permangono anche oggi mentre è cresciuta la sensibilità ambientale e l’interesse per l’export a ampio raggio.
L’identikit della Donna del Vino con cantina che ha fatto richiesta di credito ci mostra una titolare o una responsabile di un settore dell’azienda di famiglia. Ha un’età media di 42 anni con circa 12 di esperienza nell’impresa. Nel 52% dei casi ha in tasca una laurea e per la quasi totalità (90,7%) un’esperienza professionale precedente in un settore diverso.