Si deve muovere anche Montalcino. Ci sono frazioni, paesi e località in Toscana dove telefonare con un cellulare può diventare davvero complicato e navigare su internet con uno smartphone ancora di più. Territori con poco segnale, a volte completamente “al buio”. Lo sanno bene, ad esempio, gli abitanti di Montisi, San Giovanni d’Asso o di Monte Amiata Scalo. “Un problema” ha sottolineato l’assessore alla presidenza e al rapporto con gli enti locali, Vittorio Bugli intervenuto stamattina a Firenze nella conferenza stampa dedicata alla mancata copertura di telefonia mobile nei piccoli comuni, convocata da Regione e Anci Toscana . Bugli ha poi aggiunto come “la Regione su questo non ha competenze - spiega - è un caso diverso dalla fibra ottica per la quale abbiamo potuto investire in prima persona nei territori dove il mercato non investe” Sulla telefonia mobile la Regione non può mettere a disposizione risorse del bilancio. “Anche se non abbiamo competenze - annuncia Bugli - vogliamo però interessarci assieme ad Anci Toscana (l’associazione dei Comuni ndr) di quei territori dove telefonare e usare lo smartphone diventa impossibile. Vogliamo spingere i gestori a farsene carico e a tale scopo chiederemo subito un incontro per chiedere di intervenire in questi territori già ampiamente monitorati, crediamo, dai soggetti gestori”. Un primo elenco di Comuni con frazioni dove il cellulare non prende ha provato a farlo Uncem nazionale, l’Unione dei comuni montani, anche se il disagio non riguarda solo la montagna. Sarebbero 1220, secondo la ricerca effettuata, i comuni con problemi di segnale in tutta Italia: trentasette in Toscana. Ma è probabilmente un censimento per difetto. I dati dei gestori si basano infatti sulla copertura per popolazione, che oggi arriva in Italia fino al 95 per cento di abitanti. Ma il 5 per cento che rimane fuori vive e si distribuisce nel 15 per cento del territorio nazionale e poiché si tratta di telefonia mobile il dato non è irrilevante. Già con le segnalazioni giunte nel tempo agli uffici della Regione, sommate a quelle di Uncem, i comuni toscani dove risulta problematico telefonare o navigare su internet con il cellulare arrivano a quarantadue. E forse l’elenco non è ancora esaustivo.
“Abbiamo incontrato sindaci ed amministratori di quei territori nei giorni scorsi - dice Bugli - Vogliamo costruire un percorso assieme a loro. Vogliamo anche capire se ci siano elementi per agire con il massimo della decisione anche da un punto di vista legale, oltre che con ogni tipo di iniziativa politica: nei consigli comunali e in quello regionale, chiedendo pure sostegno al Governo e al Parlamento. Da un po’di tempo - sottolinea l’assessore - riceviamo segnalazioni e non notiamo miglioramenti. Non è possibile che nel 2019 in oltre un settimo dei comuni toscani, in tutto o in parte, non si possa telefonare con il cellulare. Servono piani concreti di investimento”.
Nei quarantadue comuni toscani che segnalano disagi ci sono zone completamente ‘al buio’ ed altre dove il segnale arriva a sprazzi o è debolissimo: un problema per chi ci vive ma non solo. Sono sei i territori segnalati in provincia di Siena (Trequanda, San Casciano dei Bagni, Monticiano, Castelnuovo Berardenga, Sovicille e Abbadia San Salvatore) ma Montalcino non c’è. Eppure anche da noi i problemi non mancano. A Montisi e San Giovanni d’Asso, ad esempio, a volte è una vera e propria impresa telefonare col cellulare. Qualche mese fa una nostra lettrice ci scrisse per denunciare un problema annoso: l’assenza di linea per il cellulare da Monte Amiata Stazione. Di sicuro i disagi sono tanti perché non poter azionare una telefonata con lo smartphone significa mettere a rischio la sicurezza. In caso di incidenti o complicazioni non esiste una alternativa, ed è allarmante in zone come le nostre in cui vivono molti anziani. Ma i disagi sono anche per le aziende, i turisti, gli investitori. Alcuni sindaci del territorio (ad esempio Sovicille e San Casciano dei Bagni) hanno fatto sentire la loro voce, sarebbe utile lo facesse anche l’amministrazione di Montalcino considerato che abbiamo frazioni con pochi abitanti. E che rischiano di averne sempre meno se mancano servizi come questo.
“Amplieremo la mappatura del territorio già a disposizione - dice Simone Gheri per Anci - Vogliamo muoverci tutti insieme così come facemmo nei confronti di Poste quando annunciò la chiusura degli uffici postali nei piccoli comuni. Attiveremo anche Anci nazionale, determinati ad avere interventi a favore dei tantissimi piccoli comuni disagiati e che avrebbero bisogno invece di opportunità per rilanciare lo sviluppo e contrastare lo spopolamento”.