Quello che sta per andare in archivio è un 2019 importante per il Brunello di Montalcino dove non sono mancati i riconoscimenti internazionali. Le aspettative per il 2020 sono comunque alte: c’è un’annata, quella del 2015, che è pronta ad entrare in commercio e che ha già fatto parlare (e bene) gli addetti ai lavori e la stampa specializzata. Con il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci, abbiamo fatto un breve punto della situazione prima di salutare il 2019 e dare il benvenuto al nuovo decennio. “Per quanto riguarda il Brunello 2015 abbiamo già consegnato oltre 3 milioni di fascette - dice Bindocci - ciò significa che il mercato aspetta con impazienza quest’annata. Ma devo dire che anche la 2014 è andata tutto sommato bene. Le prime uscite del 2015 sono state particolarmente apprezzate. Dal Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2015 di Siro Pacenti che è stato eletto “Wine of the Year 2019” fino ai tanti altri che hanno ottenuto risultati importanti. Li ringrazio tutti, le eccellenze dei singoli sono anche un grande risultato per la denominazione. Il mondo continua a girare bene per il Brunello e questa è una bella notizia”. Sullo sfondo c’è però la questione degli Stati Uniti, primo mercato di riferimento per Montalcino, con la minaccia dei dazi che ovviamente preoccupa. “Questa rappresenta una grande incognita - prosegue Bindocci - non solo per noi ma per tutta l’Italia agroalimentare. Vedremo che succederà”. Gli Stati Uniti d’altronde rappresentano una quota importante per il Brunello, oltre il 30% delle bottiglie finisce infatti in America. Ma ovviamente c’è anche attenzione per i nuovi mercati che si stanno affacciando alla ribalta. Il Brunello andrà alla conquista dell’Oriente nel 2020? “Sono 15 anni che si parla di questo mercato - conclude Bindocci - credo che dobbiamo sforzarci di lavorare di più. Innanzitutto andrebbe insegnato a bere e ad apprezzare di più il vino, bisogna portare la conoscenza del vino italiano e di Montalcino in Cina”.
dati a cura di 3BMeteo
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