Una mappatura e un censimento di tutte le aree tartufigene, naturali e controllate, di Tartufo Bianco, Bianchetto e Scorzone. È il progetto approvato dalla Regione Toscana, su mozione dei consiglieri Irene Galletti (M5S) e Andrea Pieroni (Pd), per valorizzare, tutelare e promuovere il tartufo toscano, armonizzando i dati provenienti dalle zone geografiche di provenienza. Una proposta partita in realtà dall’Associazione Tartufai Senesi, e in un secondo momento accolta anche da altre tre associazioni del settore (Tartufai del Garbo, Alta Val di Cecina e Sestinese), Unione Agricoltori, Cia, Coldiretti e tutte le amministrazioni comunali della Provincia di Siena, dietro il lavoro del presidente Silvio Franceschelli. “Ben venga la mappatura - commenta il presidente dell’Associazione Tartufai Senesi Paolo Valdambrini - il tartufo è il valore aggiunto del territorio, va promosso ma anche tutelato chiediamo regole precise, chiari e semplici per tutelare e gestire le aree tartufigene”.
“L’iniziativa nasce da una duplice esigenza - spiega la consigliera regionale Irene Galletti - da un lato occorre tenere sotto controllo, con autorizzazione regionale, il diritto alla raccolta ‘riservata’ nelle tartufaie coltivate o controllate. Dall’altro serve garantire la libera ricerca e raccolta ai titolari di specifica abilitazione”. Secondo Galletti il quadro conoscitivo solo parziale non garantisce una tutela completa, come invece avviene in Piemonte. La mappatura avrebbe una triplice finalità: informazioni a livello regionale sulle aree di effettiva produzione dei tartufi che crescono spontaneamente; corredo di un documento informativo, che definisca le varie tipicità; banca dati sulle autorizzazioni alla raccolta ‘riservata’. Il lavoro di mappatura già svolto a livello provinciale, in questa prospettiva, può rappresentare a suo giudizio un buon punto di partenza, coinvolgendo le associazioni dei tartufai locali ed i singoli operatori del settore.