Aziende agricole allo stremo a causa dell’emergenza ungulati e animali selvatici. Questo è il pensiero della Cia Agricoltori Italiani di Siena che reagisce uscendo anche dall’Atc Siena Nord (di cui fa parte Montalcino ndr), dopo che nei mesi scorsi era uscita dall’Atc Siena Sud. La Cia senese continua così la protesta contro “una situazione non più sostenibile che vede gli agricoltori sempre più danneggiati”. Intanto Roberto Beligni, rappresentante Cia Siena ha rassegnato le dimissioni dall’Atc Siena Nord. “Il sistema degli Atc non può durare, le risorse sono sempre meno ed i cacciatori sono in netto calo anno dopo anno - precisa il presidente Cia Siena, Valentino Berni -, mentre gli ungulati continuano a crescere in quantità ed in danni provocati alle aziende agricole della provincia di Siena. Ed ormai non solo più cinghiali e caprioli, ma ci troviamo a fare i conti anche con istrici e tassi che danneggiano vigneti e non sono contenibili neanche con le recinzioni installate contro i cinghiali. La situazione non è più sostenibile”. Nella nota stampa viene riportato che “ogni 100 ettari di territorio ci sono 20 cinghiali, per ogni agricoltori ci sono 5 capi di ungulati”. E poi, “a differenza dell’Atc Siena Sud, l’Atc Siena Nord ha osservato fino ad oggi le disposizioni previste dalla Legge Obiettivo, in fatto di abbattimenti e di rimborsi alle aziende che hanno subito danni”. Però, aggiunge Berni,“il problema ormai è molto più ampio ed è una questione di sostenibilità del sistema faunistico venatorio in un rapporto di equilibrio con l’agricoltura”.
A fronte di questo quadro, la Cia Siena si interroga sull’attuale ruolo degli Atc: “È lecito domandarsi quale soggetto rappresentino oggi gli Ambiti territoriali di caccia e quali logiche rispondano: sono organi politici-decisionali con tanto di amministratori con portafoglio; oppure tavoli tecnico-esecutivi che rispondono ad indirizzi politici?”.