Dallo Spuntone al Distretto Rurale, passando per l’asfaltatura, la fibra ottica e la raccolta dei rifiuti. Sono alcuni dei temi trattati dal Consiglio Comunale di Montalcino del 30 luglio, alla presenza di tutti e 13 i componenti. Sull’argomento scuole, che nasceranno allo Spuntone, entro fine anno si riunirà una commissione tecnica. Cinque progetti saranno vagliati e ammessi alla fase successiva del concorso di progettazione. Il vincitore dovrebbe arrivare nell’aprile 2020.
Il Distretto Rurale è partito con la possibilità di partecipare al Pid, un finanziamento riservato ai distretti che scade il 15 ottobre e che non prevede il settore vino. “Stiamo cercando di staccarci dalla fase di accompagnamento per rendere il Distretto autonomo - spiega il sindaco Silvio Franceschelli - nelle linee strategiche date è stata esclusa la viticultura tra gli oggetti di finanziamento. Si lavorerà sulla costituzione di un marchio, con regolamenti singoli per tipologie peculiari di prodotto, che sarà redatto con i sistemi produttivi di riferimento. Marchio che in un primo momento non vedrà la possibilità di essere utilizzato per il vino. È un segnale di maturità per il territorio”.
Il primo cittadino ha poi risposto alle interrogazioni dei consiglieri di minoranza. “Nella strada che va in Pineta è prevista l’asfaltatura con due griglie - dice Franceschelli - abbiamo previsto asfaltature per 600.000 euro che partiranno alla fine dei lavori della fibra; è chiaro che quelli della fibra ottica debbono finire, per evitare di tornarci sopra”.
Infine, un altro tema sensibile, quello della riorganizzazione del servizio dei rifiuti. “Personalmente - sottolinea il sindaco - sono contrario ai meccanismi dei cassonetti elettronici. Con il flusso che abbiamo è impensabile pensare di mettere i cassonetti con le tessere. Chiudere i cassonetti in questo territorio credo porti ad un meccanismo perverso. Stiamo cercando di studiare un meccanismo che identifichi il sacchetto legato all’utenza. Con il codice a barre diventa tracciato ed è possibile il controllo a campione. Non chiudere il cassonetto, questa è la mia idea. E bisognerà andare anche su ispettori ambientali ed ausiliari, anche con i vigili, per i periodi esponenziali di presenze. L’unica cosa certa è che non concordo con il portare 220 cassonetti elettronici. Dovremo poi avere l’ausilio della videosorveglianza per il rifiuto, così da poter intervenire personalmente. Questo varrà anche per le attività commerciali. Vorrei consegnare i sacchetti anche alle squadre dei cinghialai, con un censimento per intervenire a rimuovere rifiuti lasciati in campagna”.
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