La cultura italiana ha perso un altro gigante. Qualche giorno fa se ne è andato Ugo Gregoretti, regista, drammaturgo e attore romano con un occhio eccezionale alla nostra società, definito, non a caso e con merito, il “maestro della televisione intelligente”. Ci ha contattato lo storico Alberto Cappelli che vive a Firenze ma che con Montalcino e Torrenieri ha un legame speciale e di lunga data. E su Gregoretti ci rivela un aspetto interessante che riguarda proprio Torrenieri. Da qui nasce una proposta stimolante: “La prima opera televisiva di Gregoretti fu un documentario sulla Via Cassia nel quale riprese aspetti di vita di città e paesi presenti su quell’arteria. Nella nostra provincia girò a Radicofani, Torrenieri, Siena e Monteriggioni e sarebbe interessante rivedere quel filmato. La Pro Loco di Torrenieri potrebbe richiederne una copia, se la conservano ancora, per proiettarla in un’apposita serata, e far conoscere alle giovani generazioni ed anche ai cittadini venuti da fuori, come si trascorrevano le domeniche negli anni ‘50 in questa località. Se ben ricordo fu ripresa una gincana con scooter che si svolse nel campo sportivo”. La chiacchierata telefonica che abbiamo avuto con Cappelli è anche un’occasione per parlare di altri argomenti. Quando il 6 giugno scrivemmo un articolo sui bombardamenti a Torrenieri del 1944, Cappelli commentò con un messaggio, ringraziandoci, perché di questo drammatico episodio si ricordano in pochi, non ci sono eventi commemorativi, targhe, nulla. “Ha ragione l’amico Bruno Bonucci - spiegò Cappelli - è un vero peccato che si perda la memoria di questo triste evento e non si faccia niente per ricordarlo”.
Già la memoria. Una parola che sta a cuore a Cappelli che più volte si è impegnato in prima persona per proporre varie idee: “si è perso il ricordo del passato a Montalcino - continua lo storico - è una cosa strana quella della memoria che a volte non mi spiego. Ci sono stati personaggi importanti che hanno dato un grande contributo eppure non li conosce nessuno. Io personalmente darei attenzione alle vie, alla toponomastica. A Torrenieri c’è un quartiere con le vie dedicate agli scrittori, proposi al sindaco di dedicare un parcheggio al Boccaccio, non certo uno qualsiasi, che in una sua novella parlò di Torrenieri ma non se ne è fatto niente. Ho incontrato anche l’assessore a Firenze ma vedo che si continua così, a me dispiace ma non ci posso fare nulla”. E, visto che siamo nei giorni del Tour de France, ci sarebbe un altro personaggio da menzionare e magari ricordare più spesso. Parliamo di Primo Volpi - a cui Cappelli ha dedicato un bel pezzo che si può leggere sul sito della Proloco di Torrenieri - conosciuto anche come il “camoscio toscano” e l’inventore del “rullo”, strumento che poi ha assunto una rilevanza fondamentale nel ciclismo. Volpi si è classificato al quinto posto al Giro d’Italia del 1948, ha gareggiato contro i più grandi (Coppi, Bartali) vincendo in Spagna una storica volata contro un altro “mito”, Charly Gaul. Lodato da tutta la stampa specializzata, Volpi, nato a Castiglion d’Orcia, ha vissuto a Torrenieri i suoi anni più belli, luogo dove tornava appena possibile perché ne conservava un legame fortissimo. Si ricordava del posto in cui è cresciuto diventando un campione. Sarebbe bello che quel gesto oggi fosse ricambiato.