Circa 300 etichette in degustazione proposte da 164 aziende, un forte interesse di Paesi emergenti e piacevoli conferme dai mercati tradizionali, come gli Stati Uniti. Si è chiusa con un sorriso per il Brunello di Montalcino l’edizione n. 53 della più grande fiera enoica al mondo, Vinitaly, a Verona dal 7 al 10 aprile. Una cantina toscana su quattro era di Montalcino, segno dell’importanza riconosciuta al Brunello (e non solo: tra i 297 vini offerti, c’erano anche il Rosso di Montalcino, il Moscadello e il Sant’Antimo). “Siamo assolutamente soddisfatti di questa edizione - spiega il presidente del Consorzio Patrizio Cencioni - la passione per Montalcino è in crescita sia sui mercati consolidati che sui mercati emergenti, come Hong Kong e Cina”.
A fare da anteprima a Vinitaly, al Palazzo della Gran Guardia, è stato Opera Wine, il Grand Tasting in collaborazione con la rivista Usa Wine Spectator, che nella sua prestigiosa lista di invitati ha scelto 103 vini d’Italia dei quali sei Brunello di Montalcino (delle griffe Baricci, Lisini, Livio Sassetti, San Filippo, Canalicchio di Sopra e Eredi Fuligni). “Il Brunello ha una posizione forte nel pensiero dei consumatori americani, si tratta solo di mantenere quella posizione con la grande qualità che stanno mettendo i produttori annata dopo annata”, ha commentato Alison Napjus, senior editor del magazine americano, che ha promosso un sondaggio dove il Brunello si è dimostrato al vertice delle preferenze da parte dei consumatori statunitensi (33%), seguito da Barolo (26%) e Chianti (11%).
Ma il Brunello guarda anche verso i nuovi mercati, come quello cinese. Nei tre giorni di Vinitaly, mentre negli stand del Consorzio si sono organizzate degustazioni rivolte a operatori del settore, buyers e delegazioni estere provenienti da tutto il mondo, in primis dall’Oriente, la cantina Casisano ha promosso un evento, dal titolo “Il mercato del vino italiano nel mondo, ottiche e prospettive sulle denominazioni di Montalcino”, moderato dal giornalista del Sole 24 Ore Giorgio Dell’Orefice, in cui Denis Pantini di Nomisma ha presentato dei dati interessanti sul futuro del Brunello, che nel giro di 5 anni crescerà oltre il 3% in Cina e Hong Kong e tra l’1 e il 3% in Giappone, Usa, Canada e Russia.