A lanciare l’allarme sul cedimento dei prezzi dei vini sfusi, denunciando crolli anche del 70%, dopo una vendemmia 2018 decisamente più abbondante (ma grosso modo nella media) della scarsissima 2017 (che portò, invece, al problema contrario, ovvero un rialzo robusto delle quotazioni, soprattutto per i vini d’annata, con tensioni sui mercati), nei giorni scorsi, in pieno Vinitaly, era stato Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi. E che il quadro, nel complesso, non sia bellissimo, lo raccontano anche i dati Ismea, analizzati dal sito Winenews.it, sui prezzi medi all’origine aggiornati a marzo 2018 (medie franco cantina, iva esclusa e riferite allʼultima annata in commercio, ndr). E così, per esempio, emerge che i vini rossi e rosati comuni sono quotati il 30% in meno di un anno fa, a 3,8 euro ad ettogrado, e per i bianchi il calo è ancora più consistente: -37,7%, a 3,5 euro ad ettogrado. Tra i vini a denominazione, invece, si registra una variazione negativa generalizzata per i bianchi più importanti, con poche eccezioni, mentre i rossi manifestano una maggiore tenuta delle quotazioni.
Anzi, c’è addirittura chi cresce, seppur di poco, a partire dal Brunello di Montalcino, a 1.085 euro ad ettolitro (+1,9%), o il Chianti Classico, a 282,5 euro ad ettolitro (+1,8%), per partire dalla Toscana, dove invece è in diminuzione il Chianti, a 120 euro ad ettolitro (-14,3%), per restare in Toscana. In Piemonte, invece, se è in lieve diminuzione il prezzo del Barolo, a 790 euro ad ettolitro (-3,7%), tiene il Barbaresco a 585 euro ad ettolitro (+0,9% su marzo 2018), e cresce tutto il mondo “Barbera”, dai 225 euro ad ettolitro per quella di Alba (+7,1%) ai 145 di quella di Asti (+3,6%), ai 115 di quella del Monferrato e del Piemonte (+4,5% per entrambe), mentre è in calo del -5,2% il Nebbiolo d’Alba, a 294 euro ad ettolitro. In Veneto, invece, diminuiscono del 14,3% sul 2018 i prezzi dei rossi della Valpolicella, a 210 euro ad ettolitro (mentre Recioto e Amarone, secondo i dati della Camera di Commercio di Verona, aggiornati al 29 aprile, spuntano prezzi tra i 600 e gli 800 euro ad ettolitro). Ancora, tra i rossi a denominazione più rilevante, anche per volumi di produzione, giù il Montepulciano d’Abruzzo, in calo dell’11,5%, a 115 euro ad ettolitro, così come il Sangiovese di Romagna, a 78 euro ad ettolitro (-23,5%). Male il Lambrusco, con diminuzioni del 23,3% per quello di Sorbara, a 57,5 euro ad ettolitro, e addirittura del -32,3% per il Reggiano, a 52,5 euro ad ettolitro.
Tra i bianchi a denominazioni, invece, secondo le rilevazioni Ismea, è un fiorire di segni negativi, con qualche eccezione di rilievo rappresentate dalla sostanziale tenuta del Gavi, a 290 euro ad ettolitro, e dalla crescita di Roero Arneis, a 235 euro ad ettolitro (+17,5%), in Piemonte, dalla crescita del Soave Classico, a 120 euro ad ettolitro (+14,3%, mentre scende del 2,2%, però, la quotazione del Soave, a 88 euro ad ettolitro), in Veneto, e dalla tenuta del Trento Pinot Nero per base spumanti in Trentino (a 265 euro ad ettolitro), e del Vermentino di Gallura (a 300 euro ad ettolitro). Giù, invece, i prezzi del Prosecco, con il -21,7% del Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg, a 235 euro ad ettolitro, ed il -23,9% della versione Doc, a 175 euro ad ettolitro, ma scendono, tra gli altri, anche le quotazioni del Frascati -5,4%,a 87,5 euro ad ettolitro), e dell’Orvieto sia “base”, a 100 euro ad ettolitro (-2,4%), che Classico (-2,6%, a 92,5 euro ad ettolitro), mentre crollano le quotazioni dello Chardonnay dell’Oltrepò Pavese, giù del 39,1% (a 140 euro ad ettolitro).
Un quadro tutt’altro che omogeneo, dunque, che consente ai produttori di alcuni territori di dormire sonni tranquilli, e costringe quelli di altri a tenere alta l’attenzione sull’andamento dei mercati.