“In una carriera brillante durata cinque decenni, Gianfranco Soldera si è affermato come uno dei produttori di vino più ispirati e iconici al mondo. La sua scomparsa prematura in un incidente lo scorso febbraio lascia un vuoto incommensurabile. I vini di Soldera rimangono un’eredità duratura della sua vita straordinaria e della sua complessa e dinamica personalità”. Comincia così l’articolo di Antonio Galloni, fondatore di Vinous, in memoria di Soldera, ex broker di assicurazioni milanese che “dopo aver cercato invano per anni un vigneto da comprare in Piemonte - ricorda Galloni - trovò un pezzo di terreno magico a Montalcino. A quel tempo, la convinzione prevalente sui vigneti era che i siti migliori fossero esposti a sud, poiché erano i più caldi. Allora uno dei maggiori problemi era il raggiungimento della piena maturità del grappolo. Ma Soldera aveva una filosofia diversa. Cercava la luminosità sopra ogni altra cosa. E così Case Basse si dimostrò l’ideale. Il sito rivolto a ovest era perfetto per catturare l’intera luce del giorno. Le prime viti furono piantate nel 1972. Poco dopo iniziarono ad uscire i primi vini di Case Basse”.
“Soldera aveva l’entusiasmo di un bambino per tutti i suoi progetti - continua il giornalista italoamericano, ex firma di “The Wine Advocate” - il sistema di drenaggio che aveva creato per rimuovere l’acqua in eccesso dai vigneti, i bicchieri personalizzati, la donazione a cause benefiche della piccola produzione di 2010, l’importante ricerca sul suo Sangiovese di Case Basse ed il premio Premio Soldera che ha sponsorizzato ogni anno per un giovane ricercatore con interesse mirato al Sangiovese. “Ci passeremo sopra e andremo avanti”, mi raccontò spassionatamente pochi giorni dopo che un ex dipendente scontento commise uno scioccante atto di vandalismo quando aprì i rubinetti su tutte le grandi botti in cantina, facendo scorrere sei annate di vino nelle fognature, persi per sempre (…). Il 16 febbraio 2019 Soldera ha fatto un ultimo giro intorno ai suoi vigneti, proprio come aveva fatto innumerevoli altre volte prima. Suppongo sia giusto che Soldera sia morto tra le vigne che amava così profondamente”.
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