Torniamo per un attimo a discutere di sport. L’argomento, come abbiamo visto sui nostri social parlando degli sviluppi futuri della piscina, appassiona. Perché a Montalcino e dintorni, la gente che pratica qualche disciplina motoria, non manca. Ovviamente tutto in proporzione alle dimensioni di un territorio che è sì vasto, ma che non abbraccia un numero di abitanti molto elevato. Guardando anche agli altri impianti, una parentesi va aperta anche per la palestra, utilizzata dalle scuole ma pure dalla Libertas. Il volley è una realtà solida e che richiama tanti giovani. Questa struttura basta per portare avanti tutte le attività? Al momento sì. Anche se siamo al limite.
Ma cosa succederebbe se a Montalcino nascesse un nuovo sport come, ad esempio, il basket o la ginnastica artistica? Lo spazio non sarebbe più sufficiente. La Valdorcia è priva di un palazzetto dello sport moderno. Un impianto comodo, con parcheggi e dotato di comfort potrebbe portare alla nascita di nuove realtà sportive, il tutto a vantaggio dell’aggregazione sociale. Il problema rimane sempre quello: dove farlo? E poi c’è una reale esigenza di costruirlo? Intanto guardiamo alla situazione attuale. Ne abbiamo parlato con Claudio Cesarini, presidente della Libertas. “Noi con il volley facciamo un’attività importante, abbiamo ben sei squadre e copriamo tante ore. Si tratta di una palestra comunale-scolastica e giustamente fino alle ore 16.30 è a uso e consumo delle scuole. Per l’utilizzo e l’utenza la palestra è appena sufficiente. Se si volesse poi praticare uno sport come il basket non ci sarebbero nemmeno le misure adatte”. Sulla nascita di un eventuale palazzetto dello sport ci sarebbero tanti aspetti da “pesare”. Certo è che la zona Valdorcia rimane scoperta se guardiamo alla vicina Valdichiana. Dove Torrita e Sinalunga hanno il loro palasport, Chiusi presto ne avrà a disposizione addirittura due e Chianciano sta lavorando alla ristrutturazione della sua struttura che ospiterà ad ottobre l’Opening Day 2019 del campionato di A1 Femminile di basket. Perché poi lo sport può essere anche un motore per il turismo. “I posti della zona li conosco ormai molto bene - continua Cesarini - penso pure a Sarteano che ha un impianto bellissimo. Sarebbe una cosa importante aprire a nuove attività sportive ma allo stesso tempo dico che in posti piccoli a livello di abitanti, come il nostro, si può correre il rischio di frazionarci troppo, faticando ad emergere anche numericamente”.
Ogni tanto, come è avvenuto per il campo sportivo, c’è chi dice che un palasport, o meglio un centro sportivo vero e proprio, tra Montalcino e Torrenieri sarebbe un progetto azzeccato. E che potrebbe diventare un punto di riferimento per la zona della Valdorcia ma non solo. In un’area dall’alta qualità di vita ma dove di attrazioni per i giovani non ce ne sono tantissime, lo sport è sicuramente un tema da non sottovalutare. Montalcino soffre di assenza di infrastrutture e di collegamenti. Ma da qualche parte, prima o poi, bisognerà iniziare. “Venire a fare sport a Montalcino, per la posizione geografica e le strutture che abbiamo - continua Cesarini - non è comodo. In passato sono stato contattato anche da grandi squadre ma non è così semplice organizzare ritiri da noi. Un centro sportivo a metà strada tra Montalcino e Torrenieri non lo vedrei male, io sono comunque dell’idea che i servizi debbano rimanere più vicini possibile al capoluogo; poi, a quel punto, l’amministrazione comunale dovrebbe creare un sistema efficace per i collegamenti”. Un centro sportivo dove creare campi da allenamento per il calcio (domanda: è possibile, in un posto benestante come il nostro, che la prima squadra del Montalcino, viste le precarie condizioni del terreno di gioco, debba andare a cercare un campo in provincia per allenarsi?), un palazzetto che diventi la casa delle squadre attuali (volley, taekwondo, calcetto…) e dove poter dar vita a nuovi sport, il tutto generando, di riflesso, un centro di aggregazione giovanile, sarebbe una piccola rivoluzione. Non serve? Sarebbe superfluo? Troppo costoso? Eppure sognare non costa niente. E dopo la fusione, e le risorse in più collegate alla realizzazione di questo processo, pensare a un investimento del genere forse non è proprio un’utopia. Perlomeno, iniziarne a parlare, non sarebbe sbagliato.