Sta avendo, e non avevamo dubbi, ancora grande risalto la notizia lanciata dal Washington Post, e ripresa in Italia per primi dal Corriere.it e poi dalla Montalcinonews, del salvataggio eseguito da parte di Fedele Temperini, un cittadino di Montalcino, ad Ernest Emingway. Il figlio di Pellegrino Temperini e Zelinda Marconi, soldato del 69° reggimento della Brigata Ancona che l’8 luglio 1918, sull’argine del Piave, fu dilaniato da un colpo di mortaio sparato dagli austriaci. La sua vita finì lì, ma quella di Ernest Hemingway, futuro Premio Nobel e Pulitzer e all’epoca guidatore di ambulanza della Croce Rossa, grazie a quel gesto è continuata Nell’articolo di James McGrath Morris sul popolare giornale degli States, si parla anche di uno studioso italiano, Marino Perissinotto. Questo signore è stato decisivo nell’individuare, con una minuziosa ricerca, la figura di Temperini come il salvatore del grande scrittore americano. Ma andiamo con ordine.
Tutto è nato dal libro dello stesso McGrath Morris “The Ambulance Drivers: Hemingway, Dos Passos, and a Friendship Made and Lost in War”, in cui, nelle ultime pagine, come spiega lo stesso Perissinotto, l’autore “ricostruendo i fatti di Fossalta si è chiesto chi fosse quel soldato che, involontariamente, ha salvato la vita del futuro premio Nobel, perdendo la sua”. Dall’Ufficio Storico dell’Esercito sono arrivati un elenco di tutti i militari italiani, sono 18 in totale, che risultano caduti l’8 e il 9 luglio 1918. Da qui l’interrogativo rivolto ai lettori per aiutare a individuare il salvatore di Emingway. Perissinotto ha accettato la sfida, iniziato a “scavare” sul passato e con una ricerca dettagliata è arrivato al nome del nostro eroe: Fedele Temperini, il giovane ventiseienne che ha di fatto dato la vita per Emingway. Leggetevi, se vi va, il lungo post nella pagina Facebook di Marino Perissinotto dove lui stesso spiega, passo per passo, come è avvenuta la ricerca.
Noi, dopo giorni e giorni di lavoro, siamo finalmente riusciti a metterci in contatto telefonicamente con lo storico di San Donà di Piave. E lo vogliamo ringraziare per il suo prezioso tempo che ci ha dedicato. “Sono capitato su quella pagina del libro e ho iniziato la ricerca - dice Perissinotto alla Montalcinonews - scoprendo poi che il nome era quello di Fedele Temperini. Non ho avuto una contestazione o un dubbio da nessuno sul suo nome. Il salvataggio di Hemingway è stato del tutto involontario, il soldato si è trovato in mezzo a un episodio che ha riguardato tanti altri ragazzi di quel periodo. Cosa bisogna fare adesso per ricordare Temperini? Io ho individuato un nome, ora qualcuno deve dare un volto e una storia a questo ragazzo”.
Ma non solo, e qui Perissinotto fornisce degli spunti interessanti su cui proseguire le ricerche: “qual è stata la sorte del suo corpo? Intanto che fu sicuramente sepolto in un cimitero militare. Ipotizzo che fu portato in quello di Croce di Musile a circa 4 chilometri da dove è deceduto e in seguito - continua Perissinotto - quando questo fu dismesso, al Sacrario Militare di Fagarè anche se dal registro non risulterebbe. Quindi potrebbe essere stato portato nella sua città natale?”. E infine una chiusura dedicata a Montalcino che ci sentiamo di condividere. “Ho visto la foto del vostro Monumento ai Caduti che è lungo perché contiene tanti nomi pur essendo Montalcino un posto piccolo. E allora questo potrebbe essere uno spunto per riscoprire parte della vostra storia. Montalcino è conosciuta in tutto il mondo, Hemingway lo stesso. Riscoprire il passato potrebbe rivelarsi una mossa giusta per valorizzare tutto il territorio”. E partire dall’intitolazione di una piazza, una via, un convegno a Fedele Temperini, proposta che abbiamo lanciato nei giorni scorsi, è forse un primo passo per iniziare questo percorso. Fedele era uno di noi, un valoroso ragazzo del mondo.