Paragonando i grandi territori del vino italiano ed il ciclismo, si potrebbe dire che, per fascino e prestigio, Montalcino ed il Brunello stanno alle salite del Mortirolo o dello Zoncolan. E la Castello Banfi, già in testa, “allunga” il suo distacco nella classifica degli ettari a vigna: la realtà leader del territorio, da rumors WineNews, avrebbe appena acquisito 14 ettari, di cui 2 iscritti a Brunello di Montalcino, e mezzo a Igt Toscana, oltre alla bella villa che guarda verso la Maremma, il Monte Amiata ed il trecentesco Castello di Poggio alle Mura, già della Castello Banfi. Che con questa acquisizione porta a 173,2 gli ettari di proprietà a Brunello di Montalcino (sugli oltre 900 vitati nel territorio) e stacca l’inseguitore “Castelgiocondo”, la tenuta dei Marchesi Frescobaldi, tra le più antiche del territorio, che conta 166 ettari iscritti a Brunello. Con i Frescobaldi, però, che nella “classifica a squadre”, per seguire sempre la traccia ciclistica, sarebbero primi, per ettari a Brunello (179, in totale), grazie ai 13 ettari della Tenuta Luce, da cui nascono i vini di Luce della Vite.
Un affare, quello firmato dalla Castello Banfi, che conferma ancora una volta la vivacità di Montalcino dal punto di vista degli investimenti. Nel 2016 un ettaro di vigneto a Brunello oscillava sui 350.000 euro, nel 2017 è passato a 500.000 euro e adesso, secondo le ultime stime, è salito a 650-700.000 euro, con quotazioni che sfiorano gli 850-900.000 euro. Dal 1966, anno del riconoscimento della Doc (quando un ettaro di terreno vitato valeva 1,8 milioni di lire, pari a 15.537,15 euro), ad oggi, l’incremento del valore è stato del 4.405%. “Tutt’altro che una bolla, se qualcuno pensa che la crescita si fermi, si sta sbagliando di grosso”, spiega alla Montalcinonews Giancarlo Luciani dell’agenzia immobiliare Luciani. Sono numeri che confermano il ruolo di primaria grandezza nel panorama enologico non solo italiano, ma anche mondiale, che il Brunello ha conquistato in un lasso di tempo relativamente breve.